
In tutto il mondo crescono superfici agricole coltivate a biologico e produttori, ma serve una spinta ai consumi verso la transizione agroalimentare.
Due grandi mosse a favore dell’agricoltura biologica, per alleviare la povertà nel Sud del Mondo.
A fine ottobre un meeting di esperti organizzato dall’UNESCAP e
dalla China Green Food Association nella contea di Changyuan,
provincia di Henan, in Cina ha lavorato sul tema della lotta alla
povertà e alla fame. I partecipanti si sono scambiati
informazioni ed esperienze sui metodi per produrre, ditribuire e
commercializzare cibi biologici ed ecosostenibili.
L’UNESCAP, la United Nations Economic and Social Commission for
Asia and the Pacific, patrocina dunque i metodi di agricoltura
biologica.
In questo quadro, sempre a fine ottobre una notizia dall’India, da
“Swineetha Dias Wickramanayaka”: aprirà in India un Istituto
nazionale per l’agricoltura biologica. Per la fine del mese,
secondo il ministro dell’agricoltura indiano. La nascita di un
Istituto nazionale per il bio in India, un Paese, un continente,
così grande, così povero eppure così
fortemente agricolo e ricco di culture, ha un grande valore.
Rafforza la posiizone dell’India nel campo dell’agricoltura
sostenibile nel mondo. Il governo ha già investito
l’Istituto di compiti di responsabilità sullo sviluppo delle
produzioni bio, per il mercato domestico.
Oltre a fare da propulsore per i mercati interni, l’Istituto che
dovrebbe essere operativo dalla fine di ottobre, dovrà
coordinare i processi produttivi, l’istruzione dei coltivatori,
stabilire gli standard e avviare le procedure per le
certificazioni! Il governo indiano ha destinato un miliardo di
rupie (22 milioni di euro circa) al progetto.
In una dichiarazione a un convegno sull’agricoltura, il ministro ha
aggiunto che l'”infrastruttura iniziale” dell’Istituto era pronta,
e che nell’organizzazione sarà coinvolto il già
attivo Centro nazionale per la fertilità biologica.
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