
La direttiva dell’Unione europea contro l’usa e getta è ancora un esempio isolato: il nostro pianeta rimane sommerso di rifiuti di plastica monouso.
Oggi vi sono malattie ed epidemie che sono diventate rare, e il loro impatto si studia sui libri di storia. Ne hanno preso il posto le cause legate all’inquinamento…
Nei secoli passati malattie e epidemie, oggi scomparse, facevano
strage tra la popolazione e tenevano alta la mortalità
infantile. Per molto tempo era diffusa l’opinione che si trattasse
di disgrazie contro le quali l’essere umano era impotente. Solo con
il tempo si è cominciato a capire che molto dipendeva dallo
stile di vita e da una serie di comportamenti sbagliati come
un’alimentazione malsana e poco varia, uno scarso senso per
l’igiene, abitazioni poco areate e illuminate dalla luce naturale e
così via. Allora la società ha attivato le sue
energie e le sue conoscenze per fare i cambiamenti necessari e oggi
le epidemie e malattie di allora sono diventate rare e il loro
impatto distruttivo sulla società si studia ormai sui libri
di storia.
Altre cause, sempre legate allo stile di vita, hanno nel frattempo
preso il posto delle epidemie di allora: infatti proprio quest’anno
l’Organizzazione mondiale della sanità ha indicato
l’inquinamento come prima causa di morte sulla Terra.
Sappiamo che l’aria inquinata dalle fabbriche e dal traffico
provoca malattie, allergie e morte. Molti materiali che vengono
usati per costruire le case, fabbricare i mobili o coltivare gli
alimenti danneggiano la salute di umani e animali. L’acqua piovana
è contaminata dai prodotti chimici che sono in circolazione.
E come se fossimo impotenti di fronte a questi fatti, quando
succede un disastro ambientale o quando vengono pubblicate le
statistiche sull’inquinamento delle città e degli
ecosistemi, la reazione più comune e immediata è:
“…fa parte del progresso, non possiamo certo tornare al
medioevo…”.
E’ vero, non possiamo (e non vogliamo) tornare al medioevo, ma
è altrettanto insensato pensare che l’inquinamento deve
accompagnare necessariamente il progresso tecnico-scentifico della
società.
Ormai conosciamo molto delle cause: dal cibo ai pesticidi, dalla
fabbrica che avvelena le falde acquifere agli scarichi delle
automobili che inquinano l’aria. In molti casi si conoscono
materiali o procedimenti alternativi, non dannosi alla salute e
all’ambiente. Bisognerebbe fare uno sforzo congiunto e dare una
svolta decisiva, adottando tutti quei comportamenti che sono
compatibili con la vita. Facendo così, tra qualche
generazione si leggerà nei libri di storia dei tempi quando
l’ambiente sacrificato nel nome del progresso causava malessere e
morte.
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