Insegnare la pace a partire da s

Intervista a Dadi Janki, leader spirituale dell’universit

Non occorrono grandi discorsi, parole auliche e complicati
ragionamenti per toccare il cuore e ridare forza a quella scintilla
silenziosa e sempre viva che in ognuno di noi proviene dalla luce e
alla luce anela. E’ stato con parole semplici, con un sorriso
antico, con occhi brillanti e vivaci ricchi dei loro 87 anni di
vita che Dadi Janki ha incontrato – nel giugno del 2003 – a Bologna
e a Milano, un pubblico lieta di vederla in Italia.

Dadi
Janki
è una donna che ha dedicato la sua vita
al servizio dell’umanità e lavora instancabilmente per la
pace nell’ambito della Brahma Kumaris World
Spiritual University
, di cui è co-direttrice
mondiale, un progetto nato in
India
nel 1936, con l’obiettivo di venire incontro
alle necessità dell’umanità contemporanea, spesso
confusa e sofferente, facilitando lo sviluppo di una maggiore
consapevolezza.
Dadi colpisce per la sua vitalità e senso dell’humor,
risvegliando ricordi ancestrali di quando le persone anziane erano
ancora depositarie della saggezza e
sapevano dispensarla con affetto e spontaneità.

Quale deve essere uno dei nostri primi obiettivi nel
percorso di
crescita
personale
e spirituale?
Self
mastery, lo sviluppo della padronanza di se stessi. Per apprezzare
ciò che la vita mi offre, devo conquistare un nuovo modo di
vedere le cose. Al mattino mi alzo irritato per le incombenze da
svolgere o grato per il fatto di andare incontro a un nuovo giorno?
E’ solo una questione di atteggiamento, che può essere
coltivato sviluppando la fiducia in quanto c’è di buono in
noi e in ogni singolo essere. Un momento di chiarezza e di
connessione con se stessi e con i propri valori, prima di
immergerci nella frenesia della giornata, ci insegna a guardarci
dentro, a vedere pensieri ed emozioni
e riconoscere che siamo noi a crearli. Scegliendo quali
coltivare
scegliamo con quale atteggiamento affrontare
ogni situazione.

In questo momento della storia dell’umanità quale
qualità abbiamo bisogno di sviluppare?
La
concentrazione è la chiave per diffondere la tolleranza. Con
la crescita vertiginosa dei ritmi di vita,
i nostri occhi e la nostra mente si sono abituati a un susseguirsi
sempre più rapido di immagini e di idee. L’eccessiva
stimolazione esterna ha portato alla diminuzione della
capacità di concentrazione, di centratura, di riflessione
consapevole. Questo porta la gente a sfogare
impulsi ed emozioni senza mediazione, questo diminuisce la
tolleranza, aumenta la violenza per le strade, negli uffici e nelle
case. Quando rieduco la mente a mantenere interiormente un ritmo
più tranquillo e lascio spazio alla percezione di me stesso,
di ciò che voglio e dei miei valori, aumenta la mia
capacità di comprensione e di discernimento. Così
posso prendere decisioni in modo responsabile e tutta la mia
esistenza ne trae giovamento.

Che cosa è la felicità?
E’ quello che sperimento quando faccio un dono. Felicità
è essere padrone della mia mente e dei miei sensi. E’ il
tempo speso in un modo che ne valga la pena, è quando
mantengo il pensiero elevato. E’ rispetto di sé, saper
essere
consapevole
, voler vedere i punti di forza degli altri
invece che quelli deboli. Quando c’è felicità in me
la tristezza non mi può invadere e, se ho fatto un errore,
non rimango intrappolato nel rimorso, ma mi attivo per correggerlo.
La vera felicità cresce dentro e non può essere
portata via.

Che cosa possiamo fare di utile, in questo momento di
grande disagio, per chi ancora non si sentono pronto a scegliere un
percorso di ricerca spirituale?

Creare occasioni in cui ci sia una buona atmosfera e buone
vibrazioni. Condividere
idee
, doni ed esperienze,
stimolare alti pensieri, stare vicini alla
gente. Quando noi trasformiamo
la nostra vita e stiamo vicini agli altri, anche se non parliamo di
yoga
e di
meditazione
, gli altri sentiranno che in noi
c’è qualche cosa di diverso, si sentiranno ispirati e
verranno a sperimentare la pace.

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