Intervista a Fabrizia Pratesi

Fabrizia Pratesi, prima promotrice del Fondo Imperatrice Nuda, del Comitato Scientifico Antivivisezionista e ora di Equivita, movimenti per un nuovo metodo e una nuova etica della scienza,

Il pericolo transgenico per l’ambiente, i cibi, gli uomini,
è una questione di importanza mondiale…

Al Social Forum di Firenze lo scorso novembre abbiamo ospitato
Vandana Shiva per un convegno. Il suo è davvero un messaggio
universale. Mi ha detto “Ciò che dobbiamo difendere è
ogni essere vivente. Per la mia religione, l’Induismo, uomini,
animali e piante sono tutti importanti. Abbiamo centinaia di
divinità. Sono tutti gli esseri del mondo”. Ha raccontato
come i contadini indiani, nei momenti di carestia o di guerra, sono
capaci di farsi morire di fame ma non toccano mai la riserva delle
sementi, custodita come un tesoro, una reliquia: la vita che si
tramanda alle generazioni future. Un bell’insegnamento per le
multinazionali che considerano la risorsa genetica come un bene da
accaparrarsi, da cui trarre profitto…
Una delegazione di canadesi ci ha raccontato cose drammatiche. Il
“terzo mondo” è anche in America, in Europa… ci sono
categorie così penalizzate dalla visione mercantile, che
impone regole antidemocratiche… Sono molte le situazioni
drammatiche di piccoli contadini, in tutto il mondo. Anche in USA:
la Family Farm Coalition, il sindacato dei piccoli agricoltori, fa
battaglie fantastiche sugli OGM. Naturalmente sono zittiti dai
mezzi di informazione, ma chi riesce a leggere le loro storie
attraverso Internet si può rendere conto di come molti
diritti oggi vengano calpestati, in ogni parte del mondo.

Esiste un’opposizione agli OGM coordinata e collegata con le
stesse realtà all’estero (per esempio, hai citato Vandana
Shiva, che dirige il college internazionale Bija Vidyapeeth) oppure
ognuno, qui da noi, predica un po’ dal suo “giardinetto di
casa”?

Il collegamento tra le organizzazioni non è buono, un po’
per il nostro individualismo, un po’ per le caratteristiche dei
temi che trattiamo. Da parte mia, in Italia abbiamo fatto tutto il
possibile.
Nel ’97, per opporci a una Direttiva sul biotech, in Parlamento
Europeo s’era creato un gruppo di pressione internazionale.
Nel ’98 abbiamo concertato, tra Italia e Olanda, un ricorso
congiunto contro i brevetti sulle cose viventi. Abbiamo ripreso in
mano risultati di vittorie e documenti: noi traducevamo per loro e
loro per noi. Ci siamo aiutati a vicenda, e abbiamo ottenuto il
ricorso.

Credi che etichettare i cibi transgenici basterà a darci
sufficienti garanzie? Oppure la moratoria contro gli OGM dovrebbe
continuare?

Il prosieguo della moratoria è essenziale. Ma possiamo
andare oltre, per affrontare a un livello più alto
l’invasione dei cibi transgenici. Con due strumenti. Bisogna
abolire l possibilità di brevettare gli esseri viventi,
batteri, piante, animali transgenici. E responsabilità
civile – che va di pari passo con etichettatura e
tracciabilità. Ritengo importante l’etichettatura,
perché altrimenti non potremmo dare la colpa a nessuno
dell’inquinamento e delle contaminazioni che portano con
sé.

Cosa può fare ognuno di noi? Può fare la
differenza?

La prima cosa è cercare un’informazione migliore. Giornali e
tv danno solo alcune informazioni. Le altre si trovano tramite un
certo tipo di stampa alternativa, internazionale, siti e portali
Internet come il vostro. Ho la sensazione che anche la radio sia un
mezzo d’informazione intelligente e interessante. Così ci
possiamo formare un’opinione.
Poi, acquisire un nuovo concetto di risparmio. L’attuale stile di
vita è una delle cause maggiori di danno all’ambiente,
questo consumismo scatenato che imperversa… perché
sprecare tutto?
Facendo la spesa: il più possibile biologico.
E infine io chiederei di più. Un impegno. Si può
dedicare una giornata ogni tanto a un’organizzazione di
volontariato. Un po’ di denaro. Qualcosa di più si deve
fare. Siamo una categoria privilegiata, ma non possiamo condurre
una vita tranquilla.

Ma… si può conciliare il concetto di risparmio con il
biologico, che al momento dell’acquisto è più
costoso?

Purtroppo è vero. Ma sempre più persone scelgono il
biologico, sempre meno sarà “da ricchi”. Va anche ricordato
che la famiglia media una volta spendeva il 40% del suo reddito per
l’alimentazione. Oggi spende il 10%. Perché non
riequilibrare la spesa? E comunque forse conviene investire in
salute, spendere un po’ di più ora, prima di essere
costretti.

Qual è stato il tuo primo gesto da coordinatrice di un
movimento di opinione? E, in fondo, perché fai ciò
che fai?

Sono partita per difendere gli esseri più martirizzati e
indifesi con il “Fondo Imperatrice Nuda” contro la sperimentazione
sugli animali, nell’89. Man mano il tema è cresciuto. Non si
possono difendere gli animali da laboratorio senza difendere
l’uomo. E non si può difendere l’uomo dalla medicina fasulla
senza contestare questa visione errata che considera l’essere
vivente come una macchina.
Opporsi all’arroganza delle multinazionali, agli OGM, alla
brevettazione, alla manipolazione genetica va di pari passo con
l’affermare i diritti non solo dell’uomo, ma di ogni essere
vivente.

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