Intervista ad Alessandro Haber

Incontriamo Alessandro Haber…

Intervista ad Alessandro Haber

Una vocazione, quella dell’attore, nata a 5 anni e realizzata per
la prima volta, a 17.
Un talento eclettico e trasversale che si è dato al cinema,
al teatro, alla musica. Un repertorio di personaggi interpretati e
di collaborazioni incredibile: da Bertolucci ai Fratelli
Taviani
, da Nuti a Bellocchio, da Pupi
Avati
a Pieraccioni.

“Sono pazzo del mio lavoro, per me è come scopare, anzi
è meglio per molti aspetti perché è una
passione che non ti tradisce. Adesso poi è come se avessi
molte donne: il cinema, il teatro, la musica.
Uno splendido harem che non mi abbandona mai”. Inizia così
la nostra intervista con Alessandro Haber che sta vivendo
una stagione intensissima. Da ottobre è in vendita il terzo
disco come interprete dal titolo “Il sogno di un uomo”; scritto da
Giuseppe Fulcheri e Sasà Flauto.
Al cinema è uscito il suo primo film da regista “Scacco
pazzo”, film dai difficili trascorsi di distribuzione, ma candidato
al Nastro d’Argento e in probabile ri-uscita a breve -, e, quasi in
contemporanea “La rivincita di Natale” di Pupi Avati, con Diego
Abatantuono.

Noi lo abbiamo raggiunto in una tappa della tournèe teatrale
di “Bukowski – Confessione di un genio”. Uno spettacolo
notturno, viscerale dove Haber interpreta egregiamente un Bukowski
vecchio, alla fine del suo viaggio che ricorda una vita che ha
elogiato l’eccesso e sbeffeggiato il buon senso.
“E’ nato un connubio fortissimo tra me e Bukowski, una strana
commistione di anime, di pelle, di sapori e di odori. Come due
pezzi di puzzle che si incastrano perfettamente.”

Anche l’ultimo disco “Il sogno di un uomo” ha un legame molto forte
con Bukowski, non solo per le due canzoni inserite nello
spettacolo. “Puoi metterci tutto nella musica: essere cantante, ma
anche attore. Con la musica riesci a comunicare con tutti nello
stesso momento.
La musica potrebbe salvare il mondo perché è un
linguaggio che capiscono tutti”. Il primo disco, “Haberrante”
risale al 1995. Un album speciale, una vera e propria sorpresa per
pubblico e critica “mi ha scoperto Mimmo Locasciulli. Io non
scrivo musica, la interpreto. Per me hanno scritto De Gregori,
Fossati, Castelnuovo, Kuzminac
, ma anche Bentivoglio e
Virzì
“.
Siamo abituati a vedere il percorso inverso: cantanti che diventano
attori.
L'”eccezione” Haber è notevole. Abituato ad entrare
profondamente nelle storie che racconta sul palco o dietro una
telecamera, riesce a portare tutta la toccante umanità del
suo essere attore nella musica. Le canzoni in quanto storie ed
emozioni diventano vicine, plausibili, coinvolgenti. Il suo
cavernoso vibrato, lo stile sgraziato le rendono commoventi, ricche
di mille sfumature.
“Sono stato il primo a non recitare, ma a vivere i personaggi. Odio
l’accademia. Quelli che recitano, rotondi, aulici, sono morti. Sul
palco bisogna vivere, anche il difetto può essere
propositivo”.

Una passione quella per la musica spasmodica, come tutto il
personaggio Haber. Ma che non riesce a far accantonare il teatro,
così come non ci è riuscito il cinema “i più
scoprono il cinema e abbandonano il teatro, io mai. Per me il
teatro è un bisogno
, perché solo qui mi sento
realmente creatore di quello che faccio.
Al cinema c’è un direttore d’orchestra. A teatro sei
responsabile, sei tu che cavalchi la bestia. Sono un attore
geneticamente propositivo, che non aspetta istruzioni dalla regia,
ma butta sul palco tutta la sua vita, il suo vissuto, la sua
esperienza”.

Additato da alcuni come un maestro, ad Haber si accosta spesso il
cliché di “genio e sregolatezza“. “Lascio giudicare
gli altri. Il genio è quello che si fa toccare.
Io sono un artista strano, originale, ma sul palco sono
implacabile, pignolo e preciso allo sfinimento, non ho mai perso un
giorno di lavoro, sono sempre costruttivo.
Ho un brutto carattere, ho litigato sul palco, ma mai per andare
via. Non me ne frega niente dei posteri, voglio giocare adesso,
voglio consumarmi adesso
“.

Pamela Maffioli – Caporedattore di

A teatro la rappresentazione di “Bukowski – Confessione di un
genio”-

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