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Italia: un pezzo di carbone al COP9
Il Ministero dell’Ambiente ha presentato il piano italiano per la riduzione dei gas serra: pochi progetti in casa propria, prevalentemente investimenti e interventi all’estero.
Per il piano presentato, l’Italia ha ricevuto il “Fossile del
giorno”, un pezzo di carbone, che è un premio al negativo.
Le associazioni ambientaliste di tutto il mondo, riunite sotto la
sigla del CAN (Climate Action Network), lo assegnano durante il
COP9 giornalmente alle delegazioni che si sono contraddistinte per
un particolare impegno nell’affossare il Protocollo di Kyoto. Il
giorno prima lo avevano ricevuto gli Usa, noti per la loro
posizione contraria alla firma del protocollo.
Il piano presentato dall’Italia va contro lo spirito di Kyoto che
cerca di spingere i singoli paesi a ridurre le emissioni con degli
interventi strutturali in casa propria. Questi interventi, oltre a
migliorare l’ambiente e quindi la salute e il benessere psicofisico
dei cittadini, sarebbero sicuramente una buona occasione per fare
delle innovazioni tecnologiche, industriali ed energetiche.
Invece di intervenire in casa proprio, il piano italiano prevede
investimenti di diversi milioni di Euro in Russia, portandovi
tecnologie nuove, per esempio nuove centrali energetiche,
più pulite e più efficienti di quelle attuali. Viene
spontaneo rivolgersi la domanda: perchè non investire questi
soldi nell’idrogeno o nel fotovoltaico qui in Italia? La risposta
é: in cambio agli investimenti la Russia venderebbe, a buon
prezzo, delle quote di emissioni al nostro paese, in modo che le
emissioni italiane in eccesso (attualmente il 14% in più),
rispetto a un accordo firmato, si neutralizzino. Comprare quote di
emissioni è più semplice che intervenire alla radice
del problema, cioè ridurre l’inquinamento stesso. Il
protocollo di Kyoto prevede il commercio di emissioni, i cosiddetti
meccanismi flessibili, ma solo in piccola parte (intorno al 6%) per
ogni paese, e all’interno dei confini dei paesi che aderiscono al
protocollo. Per poter trattare meglio con la Russia (che per ora
non aderisce), la delegazione italiana spinge affinché il
mercato dei meccanismi flessibili venga aperto a tutti. Nel
frattempo procede per conto proprio, tagliando gli altri partners,
per trattare con la Russia in un rapporto privilegiato.
E’ la strada migliore per far sì che gli sforzi proposti nel
protocollo di Kyoto vengano ridotti a un mercato dove si fa
compra-vendita di diritti a inquinare e dove si procura lavoro per
le proprie aziende.
Molti guadagnano con il programma presentato dall’Italia: la
Russia, le aziende italiane che vi andranno a lavorare, il
Ministero dell’Ambiente che evita il difficile compito di
affrontare la realtà del paese e di trovare delle soluzioni
vere. Chi perde sono gli esseri viventi, persone e animali, che si
vedono via via sottrarre gli elementi fondamentali per la vita:
aria e acqua pulita, cibo naturale e una natura che trasmette
benessere e bellezza.
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