Italiana fermata a Istanbul, accusata di propaganda per il Pkk

Una cittadina italiana è stata fermata sabato sera dalla polizia turca in un internet café di Istanbul: è accusata di aver pubblicato sui social network materiale di propaganda a favore del Pkk curdo.

Una ragazza italiana di 24 anni sarebbe stata fermata dalla polizia turca in un internet cafè ad Istanbul con l’accusa di propaganda per il Partito curdo dei lavoratori (Pkk). Fonti diplomatiche hanno confermato all’Ansa che la giovane si troverebbe in un centro di detenzione per stranieri, in attesa di espulsione.

 

Giovanna Lanzavecchia (dal suo profilo Fb)
Giovanna Lanzavecchia (dal suo profilo Fb)

 

Giovanna Lanzavecchia, milanese di 24 anni, era arrivata nella città turca pochi giorni fa. Secondo i media turchi vicini ad ambienti governativi, è accusata tra l’altro di aver pubblicato sul suo profilo Facebook e su altri social network, immagini di combattenti armati del Pkk, considerato da Ankara un’organizzazione terroristica.

 

Nel paese, più volte negli ultimi mesi teatro di attentati, la tensione è alta e la repressione del governo sui media si fa sempre più serrata. La fine della tregua con il movimento indipendentista curdo e i contraccolpi della guerra nella vicina Siria hanno di fatto ripiombato la Turchia in un clima pesante in cui vige un crescente autoritarismo del governo e del presidente Recep Tayyip Erdogan.

 

Oggi si celebra il Nawruz, il capodanno curdo che rappresenta la ricorrenza più importante per la comunità curda. I festeggiamenti sono stati vietati in quasi tutto il paese – comprese Istanbul e Ankara – tranne che a Diyarbakir, la principale città curda nel sudest.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Articoli correlati
La Russia vieta qualsiasi intervento finalizzato alla transizione di genere

Aumentano le repressioni contro la comunità lgbtq+ in Russia, dove una nuova legge vieta la transizione di genere e le modifiche al sesso riportato sui documenti. Un provvedimento che va a colpire tanti ragazzi trans che speravano di evitare l’esercito – e la guerra – con il cambio di sesso.