L’abito fa lo sportivo?

La moda influenza il nostro atteggiamento in funzione dell’estetica e anche la pratica sportiva risente delle sue tendenze, l’abito non fa lo sportivo!

Non è l’abito a fare lo sportivo. Infatti, non è sufficiente indossare scarpe e capi
firmati per sentirsi atleti professionisti.
Investiamo in materiale tecnico più di quanto non sia
necessario, spesso trascurando quello che ci apprestiamo ad
eseguire con il nostro corpo. Addirittura abbiamo indumenti
così ricercati e aderenti che impediscono i movimenti,
rendendoli innaturali, anche se studiati apposta per un tipo di
pratica.

Privati della libertà e dell’abbandono necessari
all’apprendimento, ci fasciamo in top mozzafiato e body ultrasexy.
La costrizione che deriva impedisce di lasciare andare, di
ascoltare quello che il nostro corpo ci vuole comunicare.
Così lo ingabbiamo anche in quei momenti in cui vogliamo
dedicargli tempo e cure, in palestra e in tutti i luoghi scelti per
le pratiche sportive.

Molte donne, ad esempio, amano indossare una tutina elasticizzata,
magari nera per nascondere una linea non proprio perfetta, anche se
questo costringe ad una respirazione ridotta e superficiale.
La contrazione inconsapevole dei muscoli addominali nel tentativo
di trattenere la pancetta, inibisce i naturali movimenti di bacino
e colonna vertebrale, e alla lunga può portare dolore.

Se invece si usano dei pantacollant elasticizzati, a questo si
aggiunge una tensione dei glutei che costringe tutta la muscolatura
del pavimento pelvico. Il bacino così bloccato
impedirà il naturale passaggio di energia tra la parte
superiore e quella inferiore del corpo, facendoci assumere
posizioni scorrette.

Nella cultura orientale il bacino è il centro energetico per
eccellenza, il punto di forza principale, e grande importanza
è data alla consapevolezza di questa parte.

Indossando capi confortevoli e morbidi, in fibre naturali magari a
colori vivaci, possiamo permetterci una maggior spontaneità
che ci riporta in contatto con il nostro centro. Possiamo respirare
meglio e in modo consapevole, liberi di abbandonarci al movimento,
senza trattenere a per paura di sfigurare. Tantomeno la parte
più vitale di noi: il bacino.

Maria Luisa Tettamanzi

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