
Il Digital news report di Reuters è uno dei più rilevanti e attesi studi sul consumo di notizie online e sullo stato di salute del giornalismo.
La Conferenza mondiale della Sanit
I bambini da zero a cinque anni rappresentano il 10% della
popolazione mondiale, ma il 40% delle persone che muoiono per
problemi legati all’inquinamento ambientale sono bambini di questa
fascia di età! E’ una cifra che rispecchia la maggiore
vulnerabilità e la minor capacità di difesa di cui
dispongono i bambini rispetto agli adulti. Infatti i bambini hanno
una pelle sottile che tende ad assorbire le sostanze con le quali
viene in contatto, i bambini bevono una quantità di acqua
maggiore che gli adulti rispetto al proprio peso, quindi l’acqua
inquinata “pesa” di più per loro. Ma non si tratta soltanto
di decessi. In Europa e in genere nei paesi ricchi stanno
aumentando a ritmi veloci alterazioni del sistema ormonale e
neurologico e disturbi diffusi come allergie e intolleranze
alimentari. Questi sono provocati da vari tipi di inquinamenti,
presenti nell’aria, nei tessili trattati con agenti chimici, nei
prodotti di igiene, negli alimenti, nei giocattoli e così
via.
Nell’atlante elaborato dall’Oms vengono considerati fattori di
inquinamento legati all’aria e alla casa, all’acqua e
sanità, alla chimica, sicurezza alimentare e cambiamento del
clima, a fattori socioeconomici e al tabacco. Ne viene fuori che
nei paesi europei la vegetazione è più inquinata di
altrove di diossina e furani. Negli Usa, in Cina e Canada l’acqua
potabile è generalmente inquinata di fluoruro e arsenico.
Avvelenamento per agenti chimici e tossici sono più diffusi
in Africa e nei paesi del Pacifico. “Giocare con il futuro dei
nostri bambini” significa secondo l’Organizzazione mondiale della
Sanità il non fermare i processi che portano ai cambiamenti
climatici e all’effetto serra. Asia e Sudamerica ne hanno risentite
maggiormento fono ad oggi.
Ridurre di due terzi i decessi di bambini legati a fattori di
inquinamento entro i prossimi dieci anni con l’aiuto dell’atlante
è la richiesta alle singole nazioni alla conclusione della
conferenza di Budapest.
Rita Imwinkelried
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