
La società LEGO ha spiegato che anni di studi e sperimentazioni non hanno portato a trovare materiali più sostenibili adeguati. Ma la ricerca continua.
Le frontiere della tecnologia fotovoltaica sembrano non avere confini. Ricercatori e produttori prendono ora spunto dalla natura.
Le celle organiche utilizzeranno una miscela di
materiali in cui un pigmento assorbe la radiazione solare e altri
componenti estraggono la carica per produrre
elettricità, ispirandosi in questo modo al processo
di fotosintesi.
La struttura base, chiamata “a sandwich”, è composta da
un substrato di vetro o di plastica flessibile e da una o
più sottilissime pellicole, che contengono i
materiali fotoattivi. Dato lo spessore complessivo
di soli 250 milionesimi di millimetro, le celle solari organiche
sono flessibili e sottili quanto un foglio di plastica
trasparente.
Grazie a questa peculiarità, sarà possibile
applicare le celle organiche sui caricabatterie dei cellulari, sui
tettucci delle auto o, ancora, per ricoprire i tetti, le facciate e
le finestre delle abitazioni di nuova generazione.
Saranno economici perché, confrontandoli
con i prezzi degli attuali moduli fotovoltaici a base di silicio
che costano circa tre euro per Wp, quelli che usano la nuova
tecnologia organica, potranno costare meno di un euro per Wp.
Per fare un altro esempio, ad oggi, un metro quadro di moduli
solari costa circa 350 euro; grazie al fotovoltaico organico si
potrà puntare a ottenere costi inferiori ai 100 euro.
Si prevede che queste nuove tipologie di celle solari saranno
pronte per la commercializzazione a partire dal
2015, con un investimento di 300 milioni di
euro.
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