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Elettriche o ibride non importa, ai consumatori piacciono tutte e due. Ma qual è l’identikit del potenziale acquirente di auto a basso impatto ambientale?
L’acquisto di vetture a propulsione alternativa è in crescita ovunque. Secondo i dati comunicati dall’Unrae (Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri), circa il 31% delle vendite prodotte nel 2016 in Europa è di auto ibride. Una tendenza che trova un riscontro concreto anche in Italia dove, da gennaio a ottobre, si è registrato un +50,4% di vendite rispetto allo stesso periodo del 2015. Affiancato da un +41% relativo alla ricerca di ibride usate tra i mesi di gennaio e settembre 2016.
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Secondo uno studio condotto nel 2011 dall’azienda di consulenza Accenture, il 60% degli automobilisti europei si diceva pronto a passare ad un veicolo ibrido o elettrico, alla condizione che le performance fossero superiori. Addirittura il 68% avrebbe effettuato questa scelta entro due o tre anni. E per il 36% prima o poi un’auto “pulita” sarebbe dovuta diventare un’esigenza per tutti.
Come spiegava allora Luca Mentuccia, managing director per il settore automotive dell’azienda, “il settore automobilistico attraversa un’importante fase evolutiva sia in Italia che a livello internazionale e i consumatori che si avvicinano alle autovetture ibride sono sicuramente interessati a veicoli ad energie alternative, ma vogliono anche avere a bordo servizi innovativi rispetto agli standard previsti sulle vetture tradizionali”. Una dichiarazione valida tutt’oggi se si pensa alle innumerevoli tecnologie che le case automobilistiche hanno studiato e introdotto all’interno dei nuovi modelli di automobili.
La stessa ricerca, condotta su oltre 7.000 persone in 13 Paesi, metteva in luce anche le caratteristiche che contraddistinguono gli acquirenti di veicoli ibridi o elettrici. Tra gli intervistati i cinesi erano di gran lunga più inclini a convertirsi all’elettrico: il 96% infatti si proponeva di valutare l’acquisto di un’auto elettrica entro tre anni. A ruota seguivano gli spagnoli (76%) e gli italiani (73%).
Il 43% degli intervistati – in Italia la percentuale saliva al 62% – aveva intenzione di acquistare un’auto ibrida o elettrica entro due anni e, la maggior parte di costoro (80%), si mostrava più propensa a comprare un’auto ibrida anziché una elettrica. Questo perché oltre i due terzi (67%) dei potenziali clienti non sarebbero stati disposti ad accettare obblighi sugli orari in cui effettuare la ricarica, mentre un residuo 20% li avrebbe accettati solo se fossero rientrati in intervalli temporali prestabiliti.
I potenziali utilizzatori dei mezzi elettrici erano, e lo sono tutt’ora, attenti ed esigenti: l’80% di essi avrebbe voluto garanzie sulla rintracciabilità dell’elettricità utilizzata per ricaricare il proprio veicolo (un dato interessantissimo nell’ottica delle energie rinnovabili), mentre per altri le reti di ricarica avrebbero dovuto essere molto più numerose, e le unità di carica più rapide.
Infine, secondo lo studio di Accenture, soltanto il 36% degli intervistati avrebbe tenuto in considerazione l’aumento del prezzo della benzina come molla decisiva per l’acquisto di un’auto ecologica. Al contrario, il 61% considerava molto più importante il comfort di guida, le prestazioni, lo stile e la manutenzione. Requisiti che, seppur in continua evoluzione, sono presenti in tutte le auto ecologiche in commercio oggi.
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