
Catania vive ore drammatiche a causa di un ciclone che potrebbe trasformarsi in un Medicane (Mediterranean Hurricane), un uragano paragonabile a quelli di origine tropicale.
Le emissioni di CO2 a livello globale nel 2011 sono cresciute come mai prima nella storia. Sono aumentate di un miliardo di tonnellate (1 Gt) soprattutto a causa di carbone, petrolio e gas naturale.
Il nuovo record è dovuto alla Cina. Le
emissioni di Pechino sono cresciute del 9,3 per cento
nel 2011 rispetto all’anno precedente portando l’aumento globale al
3,2 per cento, nonostante la leggera flessione di Europa e Stati
Uniti.
Sono questi i dati più importanti del nuovo rapporto
dell’International
energy agency (Iea) che non lascia spazio a dubbi.
Bisogna fare qualcosa, tutti insieme, per evitare che la
concentrazione di CO2 in atmosfera superi il punto di non ritorno.
Secondo gli esperti per non superare l’aumento
di due gradi celsius della temperatura media globale,
bisogna raggiungere 44 miliardi di tonnellate (44 Gt) entro il 2020
per poi iniziare a decrescere. Oggi abbiamo toccato quota 31,6
miliardi (31,6 Gt).
I principali indiziati, ovviamente, sono i combustibili
fossili: carbone (responsabile per il 45 per cento), petrolio (35
per cento) e gas naturale (20 per cento). Secondo Fatih Birol, capo
economista dell’Iea, il tempo rimasto per discutere è
ridotto all’osso se si vogliono evitare effetti devastanti sul
clima. Anzi, secondo il rapporto di Jorgen Randers della
BI Norwegian
Business School di Oslo, il punto di non ritorno
verrà certamente superato nel 2052.
I delegati di 180 paesi si sono riuniti proprio in questi
giorni a Bonn,
in Germania, per lavorare sull’accordo globale da scrivere e da
sottoporre alle firme entro il 2015. Il conto alla rovescia
è già cominciato.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Catania vive ore drammatiche a causa di un ciclone che potrebbe trasformarsi in un Medicane (Mediterranean Hurricane), un uragano paragonabile a quelli di origine tropicale.
Intervista a Gianmaria Sannino, climatologo dell’Enea: il Mediterraneo è un hotspot climatico, 50 gradi in Sicilia rischiano di diventare una consuetudine.
Nuovo rapporto del Cmcc mostra che le ondate di calore e le alluvioni saranno comuni a tutte le città, con una tendenza di crescita che appare già in atto. Ma le politiche di adattamento funzionano.
Uno studio della Banca Mondiale ha stimato il numero di migranti che potrebbero fuggire dalle loro terre, entro il 2050, per colpa del clima.
Intervista a Piera Tortora, coordinatrice del progetto Sustainable ocean for all dell’Ocse: “Si rischiano effetti globali catastrofici e irreversibili”.
Delusione dopo la video conferenza di Fridays for future con il primo ministro Conte e il ministro Costa. “Non ci hanno detto nulla di rilevante”.
A causa degli incendi che da settimane colpiscono gli Stati Uniti, il cielo dell’Oregon si è tinto di sfumature rosse dando vita a uno spettacolo surreale.
La Valle della morte californiana, negli Stati Uniti, potrebbe aver raggiunto il picco di 54,4 gradi nella giornata di domenica 16 agosto.
La crisi climatica colpisce le località sciistiche di media quota che da anni vedono chiudere i propri impianti sciistici. Come accade ai Piani d’Erna.