Scopo dell’omeopata é affrontare la malattia con una sola cura alla vota, non ha senso cercare di aprire la stessa porta con due chiavi
Il malato è come una serratura, e l’omeopata come un
fabbro che studiandola arriva ad individuare una chiave capace di
aprirla.
Una volta che il malato è stato curato, cessa la causa prima
che alimenta il problema. La
malattia scompare, per così dire, dall’interno
e spesso lo fa in un tempo molto più breve che con altre
forme terapeutiche. Spesso si dice che l’omeopatia “funziona ma
richiede tempo”, questa affermazione è inesatta: dipende
dalla malattia che stiamo curando.
Un principio fondamentale dell’omeopatia
è che il rimedio curativo è uno e uno solo alla
volta… non ha senso far girare due chiavi nella serratura.
Se un leone entra in una stanza affollata, si può assistere
a reazioni diverse: una persona – presa dal panico – si lancia
dalla finestra; una seconda si mette a gridare; una terza si
aggrappa al lampadario; un’altra si finge morta; e l’ultima tenta
il tutto per tutto scagliandosi contro il leone. Sono strategie
diverse, diversi modi di affrontare lo stesso problema. La malattia
è come il leone; i malati sono invece le persone che lo
incontrano.
Aiutare ciascuna di queste persone, vuol dire potenziare le loro
capacità di difesa: dare una scala a chi vuol salire sul
lampadario; fornire un coltello al coraggioso che vuole lottare col
leone; e così via… dare un coltello al primo e una scala
al secondo sarebbe solo deleterio.
Ecco un altro principio dell’Omeopatia: la cura è
individuale…è come mandare l’organismo a lezione
anziché farlo “copiare” con farmaci che non correggono lo
squilibrio costituzionale.
In Omeopatia la terapia va scelta in
modo mirato, in funzione della strategia
adottata da ciascun malato.
Pierluigi
Lattuada

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