Sono 42 le escursioni guidate in programma per il 13 e 14 aprile in tutte le regioni del paese. Un’occasione unica per scoprire il territorio.
Inyan, in lingua lakota.
Inyan (donna) E’ lei che come Madre Terra dà la vita e nutre i suoi figli, che tramanda la lingua e i valori Lei che trasmette la forza e la determinazione.
E osservare la pace che vi regna, guardando alle stelle e
all’universo come ad un Cerchio sacro, dove la vita scorre e si
muove in senso orario e circolare, in un insieme di relazioni dove
ogni cosa ha il suo giusto posto e giusto ruolo nell’operare per il
benessere del Tutto.
Si potrà allora vedere che il Grande Cerchio dei pianeti
comprende il Cerchio della Terra, che la Terra comprende
amorevolmente in sé i Cerchi di vita delle diverse Nazioni
che la abitano – da quelle degli uomini a quelle degli esseri
verdi, da quelle degli animali a quelle dei minerali – così
come la Nazione lakota comprende in sé il cerchio della
famiglia che, come un pianeta intorno al sole, ruota intorno alla
donna. Inyan, in lingua lakota.
E’ lei che come Madre Terra dà la vita e nutre i suoi figli.
Lei che tramanda la lingua e i valori della tradizione. Lei che
trasmette la forza e la determinazione. A lei i bimbi si rivolgono
chiamandola Ina, Mamma. Padre, invece, si dice Até,
letteralmente guardarsi intorno e cioè vedere e provvedere
ai bisogni della famiglia. Entrambi, nell’ambito del tiospaye – la
famiglia allargata – hanno la funzione di trasmettere amore e di
insegnare attraverso l’esempio, affiancati in questo dalla nonna,
Unci, e dal nonno, Tunkasila.
I rimproveri e la severità, quando necessari, sono compito
dello zio, Leksi. In questo modo i piccoli, Toksila, non si sentono
mai messi in dubbio dai genitori e crescono in una grande famiglia
dove c’è sempre qualcuno disposto ad ascoltarli.
Una tenerezza e una costante sicurezza che contribuiscono a
radicare nel loro cuore il primo degli insegnamenti dell’educazione
lakota e cioè il fatto che l’individuo ha il dovere di
mettersi al servizio della collettività e la
collettività al servizio dell’individuo. In un mutuo
rapporto di armonia, condivisione e solidarietà dove non
c’è posto per le sfide personali e per quella competizione
ed aggressività che caratterizzano la nostra cultura. Forse,
riflettere su tutto questo potrà aiutarci ad insegnare a
nostro figlio che, se ti ricordi che gli altri sono tuoi fratelli,
l’unica sfida che vale la pena di accettare nella vita è
quella con se stessi.
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