La lettura come tesoro interiore

Marcel Proust sulla lettura dice cose superbe, là ove afferma che essa “… è una forma di amicizia, la più sincera, perché con i libri non ci sono convenevoli.

Se
trascorriamo la serata con loro è perché ne abbiamo
veramente il desiderio”.
La lettura si configura davvero come una forma di amicizia, nella
misura in cui si prende cura
dell’anima
, la nostra parte più fragile, ma
anche più vera, più segreta, più preziosa,
alimentandola dall’interno e fornendole quell'”oro interiore”, che
le permette di provare sentimenti duraturi, di accedere a mondi
alternativi a quelli della produttività, di maturare
vivacità esistenziale e autonomia di giudizio, che sono
propri della “vita buona”.

Spesso le nostre solitudini, le nostre difficoltà di fronte
alla complessità, i nostri dubbi paralizzanti di fronte alle
innumerevoli alternative dell’esistenza nascono proprio da un
cattivo o, addirittura, inesistente rapporto con la viva carne dei
libri, preziosi scrigni di vita, potenti amici
immateriali
, pronti a condurci in terre più
rassicuranti e più autentiche.

Il rapporto con i libri è, tuttavia, genuino, quando si
instaura con essi un dialogo fecondo e fecondante, espressivo di
indipendenza di giudizio, di interiorizzazione personale, di
articolazione dialettica tra chi scrive e chi legge.

Seneca,
sui giovamenti della lettura, ci offre alcuni ineludibili
suggerimenti: “Devi acquistare dimestichezza con autori scelti e
nutrirti di essi, se vuoi trarne qualcosa che rimanga stabilmente
nell’animo…. Chi passa la vita in un continuo vagabondaggio,
troverà molti ospiti, ma nessun vero amico. Così
è necessario che capiti a chi non si applica con
assiduità allo studio di nessun autore ma tutti li scorre in
fretta”.
Dunque, continua Seneca, non bisogna passare da un libro all’altro,
con “fuggevole contatto”, ma nutrirsi degli autori migliori, quelli
che ci sembrano poter veramente curarci l’anima e darci stabilità
interiore
; infine, conclude Seneca, “dopo aver letto
molto, scegli un pensiero che tu possa assimilare in quel
giorno”.
Il rapporto tra lettura e vita è così suggellato in
modo esemplare.

Fabio Gabrielli

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