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Un progetto pensato per dare lavoro alle comunità più povere dei Paesi del Sud del mondo, per avere accesso ad un redditto minimo e cambiare la propria vita e quelle delle proprie famiglie.
Questo uno degli obiettivi dell’Ethical Fashion
Programme, promosso dall’ITC, agenzia nata dalla
collaborazione fra l’ONU (Nazioni Unite) e la WTO (Organizzazione
Mondiale per il Commercio), in collaborazione con Vivienne
Westwood, ambasciatrice della moda etica e
sostenibile.
Parliamo dell’Ethical Fashion Africa Programme, di cosa si
tratta e come sta aiutando la sua gente, in particolare le
donne?
È un programma creato dall’ITC, con il sostegno di Vivienne
Westwood, grazie al quale donne keniote hanno la possibilità
di lavorare creando dei prodotti da vendere. Donne provenienti
dalle comunità più povere, spesso sole che oggi hanno
dato vita ad una linea di borse fatte con materiali di recupero e
riciclati e che saranno vendute in tutto il mondo. Un progetto
importantissimo perché ha cambiato le loro vite, ha dato
loro la possibilità di fare la differenza, di aiutare le
loro famiglie e infine di renderle più forti, imparando un
nuovo lavoro.
Com’è cambiata la loro vita?
Finalmente possono provvedere al sostentamento delle loro famiglie,
oltre a gestire la propria piccola attività, sia
economicamente che finanziariamente. Un sogno che si avvera.
Inoltre aiuta il nostro Paese a perseguire gli obiettivi dei
Millenium Development Goals dell’Onu, ovvero quello di sradicare la
povertà, entro il 2015.
Quante donne lavorano al progetto?
Sono circa 7000 le donne che hanno trovato un impiego, da Nairobi a
Turkana. Inoltre usando materiali riciclati si risolve anche un
problema ambientale, perché si utilizza carta e plastica di
recupero. Un nuovo modo di fare economia, che aiuta queste
donne.
Riciclo, riuso, creatività. Sono queste alcune delle
qualità dell’Africa. Pensa che possiate insegnarci
qualcosa?
Questa linea di moda dimostra che non c’è nulla che non si
possa riutilizzare e che sia un rifiuto. Perché un rifiuto
può essere trasformato in qualcos’altro. E le borse create
dalle nostre donne ne sono un esempio. Si sono chieste: “Cosa
possiamo creare di produttivo con questo rifiuto?”. Questo dimostra
come sia stato possibile creare qualcosa che nessuno poteva
immaginare, usando semplicemente oggetti in alluminio, mani e
forbici. E ora questi prodotti sono pronti per il mercato
internazionale, cosa che rende molto orgogliose le nostre
donne.
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