La natura e il sogno: intervista a un artista e viaggiatore

Maurizio Boscheri presenta una serie di opere che descrivono animali in pericolo di estinzione: lemuri del Madagascar, raganelle arboree dagli occhi rossi, pappagalli australiani oltre a linci, lupi, grandi felini e uccelli.

Nato a Mezzolombardo, in provincia di Trento il 5 maggio 1955,
Maurizio Boscheri vive e lavora a Laghetti di Egna (Bolzano).

Proviene da una famiglia contadina, da un tradizionale legame alla
terra vissuto a stretto contatto con la natura e gli animali di
ogni specie.
Il rapporto d’amore per ogni tipo di animale è vivo in lui
sin da piccolo, insieme al desiderio di osservare e di studiarne il
comportamento nel loro habitat naturale. Una passione questa che lo
ha portato a viaggiare per l’Australia, il Madagascar, l’Asia e
l’America alla scoperta di terre “altre”, immergendosi nelle
bellezze della natura, muovendosi con umiltà, in rispetto a
un ecosistema che solo la presenza invasiva dell’uomo può
distruggere.

Ti definisci un artista per caso, come mai?
Il mio percorso artistico è particolare, forse unico nel suo
genere, da autodidatta.
Tutto è nato durante un viaggio, quando ho tentato di
riprodurre un quadro aborigeno inserendo un animaletto di mia
fantasia. Il risultato è stato sorprendente: la
capacità tecnica svelata mi ha poi dato la
possibilità di ritrarre gli animali incontrati durante i
miei viaggi, un modo questo per documentare insieme la loro
esistenza e il pericolo di estinzione.

Qual è dunque il tuo obiettivo
principale?
Durante i miei viaggi ho visitato luoghi
seriamente minacciati dall’opera indiscriminata dell’uomo. Il mio
è un grido di protesta, un tentativo di sensibilizzare la
gente sui problemi legati all’estinzione di alcune specie di
animali, portando domande e interrogativi reali da risolvere al
più presto.

Come nasce un tuo quadro?
Ogni opera è la descrizione minuziosa di un animale immerso
in un ambiente naturale ricreato da me. La tecnica è mista
uso i colori acrilici in toni vivaci: l’aerografo è adatto
allo sfondo mentre il soggetto lo creo a mano libera direttamente
sulla tela senza disegno preparatorio. Sono gocce colorate quelle
che appaiono nelle mie opere, un’arbitraria interpretazione del
linguaggio aborigeno australiano a scopo decorativo. Il colore
resta comunque il mio principale mezzo espressivo, quello che
definisce nei quadri la bellezza della natura incontaminata.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Mi piacerebbe trovare uno spazio nell’ambiente artistico italiano
per divulgare a sempre più persone questo profondo amore che
provo per la natura e le specie animali in via di estinzione. Per
ora sono comunque soddisfatto del mio lavoro, anche al di fuori dei
circuiti normali di divulgazione artistica. Il mio obiettivo si sta
in parte realizzando: sempre più persone sono “rapite” dalle
forme e colori dei miei quadri che sembrano appartenere ad un
sogno.

Sonia Tarantola

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