La pancia pensante

Quante volte vi siete alzati con il “piede storto”? E se invece del piede, fosse colpa della pancia?

E’ nella metà dell’800 che il neurologo tedesco Auerbach
scoprì la presenza di cellule nervose nell’intestino. Sono
100 milioni e compaiono nel tratto digerente già dalla
formazione dell’embrione. Queste cellule nervose vanno a costituire
quello che possiamo definire come il nostro secondo cervello.

Il compito principale del “cervello addominale” è quello di
regolare l’assorbimento e l’escrezione dei cibi di cui ci nutriamo,
ma è anche quello di “organizzarsi” per un’emergenza da
contatto con veleni o con batteri patogeni. Nel caso in cui venga
ingerito del veleno, ad esempio, “decide” qual è il modo
più adatto e tempestivo di intervenire. A seconda della
posizione raggiunta dal veleno, può scegliere se è
più conveniente eliminarlo tramite la bocca o accelerarne la
fuoriuscita dall’intestino.

Alcuni studiosi sono arrivati alla conclusione che le cellule dei
due cervelli parlano la stessa lingua chimica e si scambiano
messaggi continui attraverso il midollo e il nervo vago. Il
cervello addominale è in grado di produrre una serie di
sostanze (circa quaranta neuromediatori tra cui la serotonina) note
al cervello della testa, perché identiche alle proprie.
Queste sostanze contengono informazioni che, una volte giunte al
cervello della testa, vengono tradotte in sensazioni di benessere o
malessere, tensione o rilassamento, gioia o cattivo umore.

In pratica i due cervelli si spartiscono la “regia” dell’intero
organismo e lo fanno in stretta collaborazione. Ed è proprio
il cervello “nella pancia” a dominare la comunicazione. La
quantità di messaggi che il cervello addominale invia a
quello della testa è pari al 90% dello scambio totale e
riguarda perlopiù messaggi inconsci.

Il cervello addominale è dotato di “memoria”, cioè
conserva la traccia delle esperienze e degli stress subiti (coliche
dei lattanti, operazioni, e così via) proprio come il
cervello della testa. In pratica il cervello addominale registra
autonomamente i diversi stati dell’organismo e influenza la “testa”
trasmettendole quei messaggi emotivi che hanno un peso notevole in
tutte le scelte consce e inconsce.

Paola Magni

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