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La regina Shrimala, di fronte al Buddha, dopo i dieci grandi voti pronuncia le tre grandi aspirazioni.
Qual è la Dottrina che la regina Shrimala desidera esporre e
per la quale prega più volte il Buddha di conferirle il dono
dell’eloquenza? Si tratta della teoria del Tathagatagarbha (lett.
embrione o essenza del Tathagata), secondo cui tutti gli esseri
possiedono in sé il seme della natura di Buddha, seme che se
amorevolmente coltivato attraverso il percorso spirituale indicato
nel Mahayana, manifesterà naturalmente il suo frutto
nell’illuminazione finale.
La teoria dell’essenza del Tathagata, che costituisce il risultato
di speculazioni e dibattiti filosofici sviluppatisi nel corso di
diversi secoli, è in realtà – nonostante forse la
semplicità apparente – una dottrina complessa e difficile,
dalle molte implicazioni filosofiche.
Già anticipata in qualche modo nelle scuole del buddhismo
antico, e specialmente in quella del Mahasamghika, là dove
si afferma che la coscienza degli esseri è nella sua vera
natura assolutamente pura, essendo le impurità o
contaminazioni che l’oscurano di natura accidentale, la dottrina
del Tathagatagarbha viene esposta per esteso per la prima volta
proprio nel Ruggito di leone della regina Shrimala, un testo che
diventerà il punto di riferimento obbligato per le opere
successive sullo stesso argomento (così l’Uttaratantra o
Tantra supremo, il primo trattato che presenti un’esposizione
sistematica di tale dottrina, dipende in larga misura dal sutra in
oggetto e contiene, nel suo impianto filosofico, ben poco di nuovo
rispetto a quello).
L’insegnamento di Srimala è dunque un insegnamento vasto e
profondo, come viene confermato dalle parole d’elogio che il Buddha
rivolge alla regina al termine del sutra: “Eccellente, molto
eccellente, opportuna e pertinente è la vostra spiegazione
sui mezzi per ben proteggere se stessi nella profonda Dottrina, e
la vostra spiegazione per vincere i nemici dell’illustre Dottrina!
Regina, la venerazione di centomila Buddha desta minor meraviglia
della vostra spiegazione sul significato della teoria del
Tathagatagarbha”.
La regina Shrimala, una figura di donna di stirpe reale,
profondamente devota alla dottrina del Buddha, si fa dunque
portavoce di un insegnamento di altissimo valore qual è la
teoria del Tathagatagarbha, frutto maturo di una profonda e
complessa speculazione filosofica; ciò sembra verosimilmente
configurarsi come un autentico atto di omaggio letterario al ruolo
di primo piano che donne laiche ed eminenti storicamente ebbero
nella diffusione del buddhismo nell’India meridionale, e di cui i
resti degli edifici ancor oggi visibili sulle colline che guardano
il Nagarjunasagar sono soltanto una vaga testimonianza.
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