
In presenza di un problema di salute il corpo manda dei segnali precursori. Riconoscerli significa avere uno strumento in più per fare prevenzione.
L’ayurveda, un sapere millenario che ha rischiato di andare irrimediabilmente perduto, oggi quel sapere dal popolo indiano è arrivati fino a noi.
Chi negli anni settanta, in occidente, voleva approfondire lo
studio dell’ayurveda si scontrava con un mondo praticamente
insondabile. Troppe le differenze tra il modello scientifico e il
pensiero orientale, poche le chiavi di accesso, faticoso il
percorso di chi voleva appropriarsi esclusivamente del sapere
curativo ayurvedico, senza passare attraverso la conoscenza dei
testi vedici, come degli usi sedimentati nella cultura indiana. Non
bastava una vita!
Anche andare alle fonti, lasciava sconcertati. In India i secoli
avevano frantumato il sapere di questo millenario metodo di cura,
in tradizioni di carattere locale, tramandate da padre in figlio e
dove i medici ayurvedici erano possessori ognuno di una sola
tessera di un più ampio mosaico: impossibile raggiungere una
visione d’insieme. Si era arrivati al punto che molte pratiche,
anche importanti, erano sconosciute agli indiani stessi.
I missionari e la dominazione coniale fecero il resto introducendo
i metodi della medicina occidentale, con una velocità che
solo il potere e i possessori della “verità” conoscono.
Dell’ayurveda era andata perduta soprattutto la sua concezione
della salute, intesa come risultato di equilibri interni del corpo
e della consapevolezza di sé e della propria natura, mentre
erano parzialmente rimasti gli aspetti pratici per il trattamento
delle malattie. Un complesso sistema di cura e di pensiero ridotto
al rango di curiosità storico-antropologica.
É in questo contesto che agli inizi degli anni ottanta
compare sulla scena Maharishi Mahesh Yogi, rappresentante della
più antica tradizione yoga, che tesse una preziosa rete di
contatti tra i migliori medici ayurvedici e studiosi indiani degli
antichi testi vedici, al fine di recuperare e organizzare in una
forma accessibile, la teoria e la pratica dell’ayurveda. Un lavoro
importantissimo che ha dato i suoi frutti ed è stato
riconosciuto anche dall’Organizzazione Mondiale della
Sanità. L’ayurveda, così come lo conosciamo oggi in
occidente, praticato dai medici come dagli istituti di medicina non
convenzionale, descritto negli articoli o nei libri è in
effetti il Maharishi ayurveda.
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