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La vicenda sull’etichettatura e sull’imballaggio dell’olio di oliva continua ad appassionare il legislatore europeo.
Lo scorso 15 ottobre su LifeGate abbiamo passato sotto la lente i
nuovi provvedimenti dell’Unione europea per l’etichettatura
dell’olio. Pensavamo di aver detto la parola fine. Invece no.
Quella dell’olio si sta trasformando in una vera e propria
telenovela. Non sappiamo quanto avvincente. E veniamo ai fatti.
Secondo il Regolamento comunitario n. 1019 del 13 giugno 2002,
disciplina condizioni di imballaggio e di etichettatura, a frantoi
e contadini è interdetta, a partire dal 1° novembre
2002, la vendita di oli sfusi direttamente al consumatore: saranno
tenuti a preimballarlo in contenitori da 5 litri, con la nuova
etichetta (per consentire di risalire al produttore), e con un
dispositivo di chiusura senza più integrità appena
aperto. Il dispositivo, secondo la UE, ha l’obiettivo di
scongiurare frodi e miscelazioni. Valutazione del tutto opposta
quella dei piccoli produttori, che parlano di una regola che
assesterà un duro colpo alle loro economie, senza
scongiurare eventuali frodi.
Le novità? Non decade certo il regolamento, semplicemente il
comitato di gestione materie grasse, riunitosi qualche giorno fa a
Bruxelles, ha deciso di fare entrare in vigore le nuove regole su
etichettatura e recipienti dal prossimo 1° novembre 2003. A
presentare la richiesta di proroga era stato il ministro italiano
per le Politiche agricole, Gianni Alemanno. In una nota il Mipaf,
Ministero delle politiche agricole e forestali,, ha dichiarato che
non si poteva non accordare a tutti gli operatori del settore un
periodo di tempo adeguato per attenersi alle nuove disposizioni di
imballaggio e di etichettatura.
Ma all’Unaprol, la più grande organizzazione di produttori
agricoli, e all’Assitol, pur essendo soddisfatti del provvedimento
di deroga, ci tengono a riaffermare che la decisione mostra la
fondatezza delle loro perplessità e che c’è bisogno
di una ulteriore modifica della normativa per renderla più
vicina agli interessi dei produttori. E avanzano ulteriori critiche
visto che si troveranno in grosse difficoltà quanti vendono
a ristoranti, ospedali, caserme, alberghi che acquistano
grossissimi quantitativi: sarà difficile stiparli in 5
litri.
Dulcis in fundo, è stato inoltre precisato che tutti i
prodotti confezionati prima della data in questione potranno
restare sul mercato sino a completo esaurimento.
Una ultima considerazione. Questo giocare sul filo di provvedimenti
varati e rinviati può senz’altro coniugarsi con le esigenze
dei produttori, ma quando si comincerà a prestare più
attenzione ai legittimi interessi dei consumatori? Si parla di
semplicità, qualità, facilità di lettura
dell’etichetta, difesa del consumatore… A quando?
Massimo Ilari
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