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Le valenze della musica vanno ben oltre l’aspetto ludico e ricreativo. Nuove ricerche in campo medico hanno ormai accertato gli effetti della musica prodotti sull’individuo.
E’ a tutti noto come la medicina primitiva, istintiva, empirica
o magica, e le religioni
primitive, che erano e sono le depositarie dell’arte
medica, usino la musica per ottenere quei fenomeni di allucinazione
collettiva e di trans
individuale che sono il fondamento di tutte le
pratiche mediche, rituali, magiche e religiose.
Il ripetersi in esasperante e ipnotica monotonia di due note
fondamentali con un’unica variazione del ritmo, porta lentamente ad
una anestesia psichica, a una perdita del controllo della
personalità, a uno stato psichico alterato che favorisce lo
svolgersi delle pratiche terapeutiche primitive come l’espulsione dal corpo del
malato del demone che ha causato la malattia fino alle
più complesse pratiche della medicina animistica che ricerca
nella musica la perdita della coscienza e della personalità
del “paziente” per ottenere lo scambio della sua anima ed ingannare
così lo spirito malvagio che lo possiede.
Un altro esempio di grande interesse per le facoltà
terapeutiche del suono ci viene dalla medicina sacerdotale greca.
Infatti, nei templi la guarigione miracolosa avveniva nel sonno e
nell’ipnosi e l’uno e l’altra erano favoriti da musiche e danze
rituali.
Oggi, soprattutto nella medicina ad orientamento psicosomatico
possiamo ritrovare il connubio musica-medicina dove il farmaco
sonoro interviene su tutto il corpo attraverso la ri-costruzione di
un’armonia fisica e
psichica perduta. Ma bisogna riconoscere che anche la
scienza medica ufficiale (soprattutto negli USA, in Canada, in
Australia e in Francia) già da molti anni ha iniziato ad
investire nella ricerca di terapie alternative in cui i suoni
vengono utilizzati con notevole successo nel campo dell’anestesia
(applicazioni anelgesiche musicali), per la rieducazione motoria in
ortopedia, come vera e propria medicina in campi notevolmente
estesi della neuropsichiatria (forme di nevrosi e psicosi o nei
casi di autismo) o ancora più semplicemente come tonico
durante interventi chirurgici o nel corso di sedute dentistiche o
psicanalitiche.
Rimanendo in campo neuropsichiatrico è importante
sottolineare come in certe sedute mediche le varie reazioni
suscitate nei pazienti sottoposti all’ascolto di musiche o di suoni
diversi possa condurre gli specialisti a formulare o convalidare
giudizi diagnostici e prognostici. Recentemente, poi, sono sempre
più frequenti i tentativi di utilizzare la musica per
favorire l’immaginazione, la concentrazione, la
meditazione, la capacità apprensiva alla
lettura oppure alla proposizione di quesiti matematici.
Lo studio del suono, inoltre…
Lo studio del suono, inoltre, ha stimolato scienziati di ogni
disciplina a riconsiderare l’ambiente in cui vive l’uomo moderno e
quindi a riformulare un nuovo paesaggio sonoro (futuristico o
soltanto immaginario?) privo di quei suoni e rumori che sono propri
della civiltà moderna e nel quale l’individuo possa
finalmente vivere
in armonia con gli elementi naturali, entrare in
risonanza con gli altri per giungere ad una visione dei rapporti e
dei valori sociali più evoluta.
Per il momento, nell’insperata attesa di nuove città da
costruire, la musica può aiutarci ad entrare in contatto con
la nostra anima e superare la pura materialità. L’ascolto di
particolari composizioni moderne appropriate, alcune delle quali
contengono una miscela di musica e suoni che inducono un rilassamento
chiamato subliminale in quanto di intensità
intorno ai 30 db (una musica piacevole da ascoltare può
avere un’intensità di 90 db), oppure la scelta di brani di
musica classica particolarmente indicati contro lo stress, l’ansia
o la depressione può rappresentare un utilissimo strumento
per imparare da soli ad osservare e riconoscere il modo in cui il
corpo e le emozioni reagiscono ai diversi tipi di musica e quindi
ad ottenere effetti migliorativi non soltanto a livello organico ma
anche psicologico e spirituale.
Insomma, un vero e proprio farmaco sonoro (o se volete , una
sana “dieta sonora”) da non sottovalutare, che può riportare
nelle menti in tumulto la calma e l’equilibrio indispensabile per
una vita serena.
Maurizio Torretti
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