Inaugurato a Milano, in piazza della Scala, il primo dei cento globi d’artista per un futuro sostenibile. Il progetto di Weplanet porterà in primavera una grande mostra open air per le vie della città.
La visione della Terra, da vicino
Chi, da bambino o da adulto, non ha mai sognato di vedere la Terra dallo spazio? Oggi è facile “esplorare” il cosmo, ma una volta come facevano? Le risposte alla mostra “Sfere dal cielo e dalla Terra”, a Venezia.
Oggi la Terra è conosciuta e scandagliata in tutti gli
angoli, anche quelli più remoti (a parte le
profondità abissali degli oceani). Basta scaricare sul pc
Google Earth e il pianeta azzurro appare in tutta la sua
completezza con migliaia di immagini, di forme e contenuti
diversi.
Ma cinque secoli fa, come si faceva? Che cosa si conosceva della
Terra? Le risposte ci vengono dai globi o planisferi, che antichi
autori disegnavano, stampavano ed infine costruivano. Molti di
questi sono visibili alla mostra “Sfere dal cielo e dalla Terra”,
al Museo Correr di Venezia.
Dopo la navigazione verso ovest delle
Caravelle, le conoscenze geografiche cambiarono
repentinamente, modificando la percezione geografica del
pianeta.
Uno dei globi che più colpisce, è quello costruito
intorno al 1570 da Livio Snudo, unico al mondo per dimensioni, dove
viene ancora riportata la Terra Australis Incognita,
continente immaginario descritto già da
Aristotele nel I secolo.
Una terra meridionale, dalle enormi dimensioni (quella
che oggi è conosciuta come Antartide). L’oceano è
disseminato di animali simili a draghi e mostri che sbucano
minacciosi dalle onde, assieme a velieri che le solcano.
Dal 1600 i viaggi verso le Nuove Terre si fanno più
intensi. È questo un periodo di nuove scoperte e continuo
fermento. Dopo pochi anni, una mappa era superata.
Ecco che i globi vengono continuamente aggiornati: per esempio,
il continente sudamericano, sino alla Terra del Fuoco,
dal 1618 viene spostato più a sud; le coste australiane e
neozelandesi, invece, verranno comprese nei globi solo dopo i
viaggi di Tasman (nel 1643); mentre l’isola di Tasmania
verrà scoperta solo nell’800 e le coste settentrionali della
Groenlandia compariranno solo nel 1900!
Di notevole curiosità sono i globi tascabili, dei piccoli
mappamondi consultabili ovunque, con informazioni sui fusi orari e
su latitudine e longitudine dei luoghi. Costruititi dagli inglesi,
i più prolifici in questo tipo di oggetti.
Anche le mappe del cosmo stupiscono, soprattutto quelle di Tycho
Brahe, uno dei più grandi
astronomi vissuti prima dell’invenzione del
telescopio. Esso rappresenta nelle sue mappe, un modello del cosmo
con la Terra al centro, con il Sole che le ruota attorno e al quale
ruotano attorno gli altri pianeti. La Chiesa, in contrapposizione
alle idee di Copernico e Keplero, adotta proprio questa
visione.
La mostra è aperta e visitabile fino alla fine di
febbraio 2008.
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