L’auto elettrica teme il freddo, i consigli per preservare l’autonomia

Le temperature fredde o sotto zero incidono sull’efficienza delle auto elettriche. Ecco qualche consiglio per non avere problemi di autonomia.

Chi guida un’auto elettrica da tempo lo sa bene: quando fa particolarmente freddo, l’autonomia si riduce. Nulla che arrivi a limitare il piacere di viaggiare in elettrico, ma qualcosa di cui comunque tenere conto, specie se gli spostamenti sono di medio raggio. Il motivo di questo calo è duplice: da una parte, l’energia stoccata nel pacco batterie è utilizzata per portare le batterie stesse alla giusta temperatura di esercizio. Dall’altra, riscaldare l’abitacolo è un procedimento che comporta ulteriore dispendio di energia, al contrario di quanto accade con le auto a motore endotermico (che producono “fisiologicamente” calore che deve solo essere convogliato all’interno). La soluzione? Basta usare qualche accorgimento per limitare notevolmente le perdite di efficienza. Vediamo come.

Perché la batteria al litio non ama il freddo

Gli accumulatori agli ioni di litio hanno proprietà eccezionali che assicurano autonomia, potenza, capacità di rigenerazione dell’energia e velocità di ricarica in corrente continua impensabili per batterie di altro genere (almeno per ora). Ma le batterie che equipaggiano le auto elettriche non gradiscono gli stress termici, che si tratti di freddo intenso o di temperature particolarmente elevate. Per questo, come spiega Jens Obernolte, Head of Energy and Weight Management di Volkswagen, le auto elettriche sono dotate di un sistema di gestione termica della batteria che “ha l’obiettivo di far funzionare la batteria con la massima parsimonia possibile, in modo che ‘invecchi’ lentamente. A questo scopo ha un proprio circuito di raffreddamento e riscaldamento, che la mantiene alla giusta temperatura”. Ma non sempre è sufficiente.

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Le auto elettriche sono dotate di un sistema di gestione termica della batteria © Modo

I nemici dell’auto elettrica

Auto elettrica e “tradizionale” sono estremamente diverse. Eppure, qualche punto in comune c’è. Entrambe, per esempio, non amano gli spostamenti troppo brevi e troppo frequenti. Perché? Restringendo il campo alle elettriche, il motivo è che il calore generato per far lavorare al meglio le batterie viene disperso; in pratica ogni volta che si riparte dev’essere ricreata la condizione termica ideale, con la relativa dispersione di energia.

“Con lo sviluppo introdotto all’inizio dell’estate 2021 – sottolinea Jens Obernolte – abbiamo ridotto significativamente l’energia necessaria per riscaldare la batteria in un ampio intervallo di temperature”. Inoltre, il riscaldamento degli interni è demandato a un’unità collegata al sistema ad alta tensione, cui è possibile aggiungere una pompa di calore, particolarmente efficiente in caso di traffico “stop&go” e di temperature sotto lo zero.

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Una corretta gestione del climatizzatore a due o tre zone, o del volante e sedili riscaldati, consente di limitare i consumi di energia © Modo

Riscaldamento, meglio attivarlo quando l’auto è in ricarica

Raggiungere il giusto comfort termico a bordo dell’auto può avere un costo molto alto, in termini di autonomia, oppure un costo zero. Riscaldare l’abitacolo una volta partiti, se ci si trova su un’auto elettrica, significa ridurre l’autonomia, perché per farlo è necessario attingere all’energia presente nella batteria. Diversamente, se per riscaldare l’interno si sfrutta il momento in cui l’auto è ancora collegata alla rete elettrica, una volta partiti si potrà usufruire di tutta (o quasi) l’energia possibile per il movimento. Un po’ come accade sui modelli Volkswagen ID, in cui la batteria viene portata alla giusta temperatura utilizzando l’elettricità della rete già quando l’utente attiva la funzione di pre-riscaldamento.

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L’utilizzo della modalità Eco permette di limitare i consumi e preservare l’autonomia © Modo

Come limitare i consumi (e preservare l’autonomia)

Obernolte fornisce anche qualche dritta molto utile per scegliere con oculatezza gli accessori in fase di acquisto di un’auto elettrica: “Per quanto riguarda l’efficienza, non c’è quasi nessuna differenza tra le varie versioni della batteria delle auto elettriche. Influisce di più avere il climatizzatore a due o tre zone, o volante e sedili riscaldati, per poter limitare l’azione del riscaldamento se, per esempio, si è soli in macchina”.

Fatto l’acquisto nel modo più accorto possibile, è il momento di passare ai suggerimenti di guida per massimizzare l’autonomia quando il termometro si avvicina o va sotto lo zero: “Nelle aree urbane andrebbe selezionata la modalità B (brake), per recuperare più energia possibile e, con uno stile di guida adeguato, non dover usare praticamente mai il pedale del freno. Sulle strade a scorrimento veloce e in autostrada, invece, l’ideale è la modalità D che consente alla vettura di “veleggiare”, ossia di avanzare per inerzia, nelle fasi di rilascio durante cui si sfrutta al meglio l’energia cinetica”.

Nei tratti in discesa o nel traffico in presenza di numerosi semafori l’ideale è usare la modalità B, che consente alla vettura di rigenerare l’energia durante frenate e rallentamenti © Modo

Se avete un coach virtuale, sfruttatelo

Quella che a qualcuno potrebbe sembrare un’inutile “diavoleria”, in realtà può essere una preziosa fonte di informazioni. Un aiuto fondamentale per massimizzare l’efficienza. Stiamo parlando dell’Eco assistant, ossia il sistema di bordo che “legge” i dati della navigazione e i cartelli stradali: sulla base di questi, consiglia al conducente quando è il momento di togliere il piede dall’acceleratore e, quando possibile, incrementa il recupero dell’energia.

Anche la modalità Eco è utile, perché riduce leggermente la potenza dell’impianto di climatizzazione contribuendo ad aumentare l’autonomia. A questi preziosi consigli, ne aggiungiamo un paio altrettanto utili: mantenere il più possibile i finestrini chiusi per migliorare l’aerodinamica e non trasportare pesi inutili a bordo – quest’ultimo punto sembrerà ovvio, ma meglio ricordarsene.

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