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Delfini inventori usano le spugne per proteggere il muso dagli scogli, e le mamme lo insegnano ai figli.
Bisogna stare attenti a dove si ficca il naso, se poi è
un po’ prominente come quello dei delfini, meglio proteggerlo
quando si va a caccia di cibo tra gli scogli. E siccome la
necessità aguzza l’ingegno, e di ingegno i delfini non
difettano, ecco l’idea: un pezzo di spugna a mo’ di mascherina, che
isola dalle punture di pesci e piante urticanti.
Altro che delfini curiosi di pubblicità melense, questi
sono delfini geniali, che elaborano tecniche e le tramandano ai
giovani.
Il gruppo di delfini con la mascherina protettiva è stato
osservato dai ricercatori al largo delle coste dell’Australia
Occidentale, a Shark Bay, e il resoconto dello studio è
pubblicato sul giornale dell’Accademia nazionale delle scienze.
Gli scienziati hanno sottolineato che le madri insegnano alla
prole come raccattare le spugne e metterle sul muso, un
comportamento mai visto prima in questa specie. Ciò che
stupisce non è l’apprendimento, una capacità comune
negli animali: gli uccelli imparano le tecniche per costruire il
nido (sbagliando e rimettendoci in prima persona) i leoni vanno a
scuola di caccia seguendo la madre. Il risultato è che tutti
gli uccelli di una stessa specie fanno il nido nello stesso modo e
tutti i leoni cacciano nello stesso modo.
Ma questi delfini, e solo questi, hanno escogitato un espediente
in più per rendersi meno problematica l’esistenza.
Michael Kruetzen, professore dell’Università di Zurigo e
responsabile della ricerca, ha osservato con i colleghi australiani
il comportamento di 13 delfini con le spugne e 172 senza, ne hanno
dedotto che la tecnica sembra passare all’interno della famiglia,
soprattutto da madre a figlio.
“L’insegnamento richiede che chi impara osservi attentamente –
sottolinea Kreutzen – i cuccioli sono svezzati solo dopo quattro
anni, per cui hanno un sacco di tempo per osservare se la loro
mamma utilizza le spugne oppure no”. Solo un delfino maschio
è stato visto utilizzare la spugna come protezione. Kreutzen
ha spiegato che da adulti i maschi e le femmine hanno comportamenti
molto diversi. I maschi passano gran parte del tempo a cercare e
inseguire le femmine pronte per l’accoppiamento: “Direi che non
hanno tempo per impegnarsi in una attività che richiede
tante energie come quella della ricerca accurata di cibo”.
Redazione Ambiente
tratto da “Repubblica” – 7/6/2005 – di Cristina
Nadotti
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