
Al mare ne trovava talmente tanta da decidere di farne un museo, degli orrori. L’idea di una guida naturalistica. Lo scopo? Riflettere sulle nostre colpe.
Bene raccolta differenziata, il settore alimentazione e turismo verde, male trasporto, energia e cementificazione: questo emerge dal Rapporto Ambiente Italia 2005.
Un paese a due volti: dove si tratta di seguire dei piani
strategici e coordinati, le cose vanno male, ad eccezione del
sistema del riciclo dei rifiuti. Dove invece si tratta di
comportamenti e scelte realizzabili individualmente, si possono
registrare dei buoni progressi. E’ quanto emerge dal 16esimo
rapporto Ambiente Italia, a cura di Legambiente e Istituto di
Ricerche Ambiente Italia.
Tra il 2000 e il 2003 la quantità dei rifiuti che finisce
in discarica è diminuita del 23% grazie al miglioramento della
raccolta differenziata. Piace passare le vacanze in un
ambiente naturale perché sono sempre più numerose le
persone che scelgono gli
agriturismi. Bene anche gli acquisti di prodotti del
commercio equo e solidale, infatti il fatturato delle sei
principali centrali d?importazione è più che
triplicato negli ultimi tre anni e la quantità venduta
è quadruplicata tra 2002 e 2003. Prodotti
tipici e agricoltura biologica vanno
bene, anche se quest’ultima è ferma nella crescità da
due anni. Il 10% del territorio è protetto, l’espansione dei
parchi è rallentata ma in compenso è aumentata la
superficie boscata, tra il 1985 e il 2003 del 21%. La
certificazione ambientale è in continua crescità e
pienamente in linea con i partner europei.
I punti dolenti riguardano i settori che dipendono da scelte
strategiche innovative e di impatto. Così l’automobile ha
avuto negli ultimi dieci anni l’incredibile tasso di aumento di un
43% e copre ormai, nel nostro paese, il 77% della mobilità.
Gli italiani fanno in media 15.200 km per persona all’anno in
macchina, il 22% di più che la media europea, e il 44% di
più rispetto alla Germania. Il trasporto su rotaia è
in continua diminuzione a favore dei camion e tir. Le conseguenze
sono sotto gli occhi di tutti: strade intasate e aria “fuori
legge”, nonostante il fatto che le emissioni di
automobili e camion sono diminuite e i motori nuovi sono più
efficienti.
L’energia elettrica è un altro capitolo problematico: in
oltre 10 anni, dal 1991 al 2002, i consumi di energia per
unità di Pil sono scesi nel nostro Paese di appena il 6%,
nell’Ue a 15 sono calati del doppio. Rilevante la crescita di
combustibili fossili: il carbone sale (+6%) rispetto al 2002 e
addirittura del 25% sul 1993, al punto che il suo apporto ai
consumi energetici nazionali supera ormai quello delle fonti
rinnovabili. Le fonti propriamente rinnovabili
contavano nel 2003 per il 4,5% dei consumi totali, -0,2% sull?anno
precedente. La crescita dei gas serra diventa inevitabile e
l?obiettivo di riduzione del 6,5% entro il 2010 assegnatoci dal
Protocollo di Kyoto sempre più lontano.
L?urbanizzazione del territorio è in crescita costante (+6%
a partire dal 1990): cinque chilometri quadrati su 100 sono oggi
completamente artificiali, con un picco lombardo del 10%.
Il Rapporto Ambiente Italia 2005, edito da Edizioni
Ambiente, descrive dettagliatamente molti aspetti
dell’andamento di politiche, comportamenti e sviluppi legati
all’ecologia.
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