Le università del futuro

Dal deserto arabico ai loch ghiacciati della Scozia, dai ricchi college americani al piccolo ateneo dell’Aquila, ecco le nuove università.

KAUST

[Thuwal, Arabia Saudita]

Inaugurato nel 2007, il campus della KAUST – King Abdullah University of Science and Technology si articola in un complesso di edifici progettato per massimizzare i benefici dell’ecosistema locale e mitigare gli svantaggi del clima desertico. L’impianto solare termico e fotovoltaico che riveste il tetto produce fino a 3.300 MW di energia pulita all’anno. Mentre il tetto protegge gli edifici dall’eccessivo irraggiamento solare, gli atri e i cortili infondono luce naturale e facilitano la ventilazione degli spazi interni.

OBERLIN COLLEGE – LEWIS CENTER

[Oberlin, USA]

Fiore all’occhiello di uno dei college più green degli Stati Uniti, il Lewis Centre è costruito con materiali di scarto provenienti dal resto del campus. Un sistema di filtrazione naturale basato su piante e batteri, denominato Living Machine, purifica le acque reflue per ridestinarle ai servizi igienici. Il tetto fotovoltaico garantisce l’autosufficienza energetica e produce un surplus da rivendere all’azienda elettrica locale. Le luci sono regolate da sensori anti-spreco. Il riscaldamento è affidato a un sistema di pozzi geotermici.


UNIVERSITY OF GLASGOW – SCENE

[Rowardennan, Scozia]

Immerso nella natura mozzafiato del lago di Loch Lomond e del Trossachs National Park, lo Scottish Centre for Ecology and the Natural Environment è il primo polo in Scozia per formazione e ricerca in materia di ecologia. Il rifacimento dell’edificio, premiato nel 2007 col BIFM Award per la sostenibilità, è improntato all’integrazione con l’ambiente circostante, resa possibile da sistemi di costruzione capaci di ridurre la bolletta energetica del 19 per cento e dall’utilizzo di materiali naturali come pietra locale e cedro rosso.

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELL’AQUILA

[Coppito, Italia]

Non avrà l’appeal di un progetto firmato da un’archistar internazionale, ma l’edificio che ospita il nuovo
rettorato dell’ateneo abruzzese, distrutto dal terremoto dell’aprile 2009, è il primo esempio in Italia di
architettura universitaria sostenibile: nato dalla collaborazione scientifica tra l’Università dell’Aquila e quella di Parma, è antisismico, isolato termoacusticamente ed energeticamente autonomo, grazie all’installazione di un impianto fotovoltaico capace di ridurre le emissioni di CO2 di 8 tonnellate l’anno.

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