Alcuni prodotti alimentari in commercio possono confondere il consumatore con denominazioni ingannevoli, che sono però ammesse dalla legge.
Analizziamo le descrizioni di alcuni prodotti per evidenziare quelle ingannevoli. Quando la legge non tutela il consumatore dobbiamo essere informati.
Polpa di pomodoro. E’ possibile ricavarla anche da polpa
congelata: non è disciplinata come i pelati che invece
debbono essere ottenuti con pomodoro fresco.
Che fare. Tenere d’occhio il lotto di produzione: compare una
lettera e un numero. Se la lettera è T indica produzioni del
2002, altre lettere ci dicono che si tratta di produzioni
antecedenti. E veniamo al numero: i pomodori vengono raccolti in un
periodo compreso fra la prima metà di luglio e la prima
metà di agosto. Se il numero è 212 indica il 31
luglio (e va bene) se invece è 100 o 280 la polpa è
congelata.
Tonno in scatola. Si può ricavare da tonno congelato.
Non ci sono regole che lo proibiscano e che obblighino a
menzionarlo sull’etichetta.
Che fare. Per aggirare l’ostacolo fare attenzione alla dicitura
tonno lavorato fresco.
Caciotta del pastore. Niente vieta di farla anche con latte
in polvere, magari importato dalla Germania, poi l’importatore
inserisce una bella e accattivante etichetta “nostrana”.
Che fare. Occhio a diciture strane e mirabolanti: con i formaggi
DOP non ci sono questi rischi.
Risotto al tartufo. Di tartufo in molti casi non c’è
neppure traccia: basta leggere l’etichetta.
Che fare. Verificare sulla confezione le percentuali di tartufo:
valori bassi bastano a metterci in guardia. Di solito compare la
dicitura aromi del tartufo, più il glutammato monosodico per
rinforzare il sapore artificiale.
Falsa panna. Diciture di pura fantasia e in etichetta
è raffigurata una cosa identica alla panna inserita su delle
fragole. Invece è a base di grassi idrogenati, ma è
tutto regolare.
Che fare. Fare sempre molta attenzione alla denominazione. La vera
panna riporta sempre la dicitura panna.
Prosciutto. Generalmente è assai piccolo, magro e di
un rosso intenso (nitrati). All’assaggio è amaragnolo e le
fette sono appiccicose. E’ ricavato da cosce congelate di suino
magro e stagionato solo per 4-5 mesi con ventilazione forzata di
aria calda, contro i 12 mesi di stagionatura tradizionale del buon
prosciutto.
Che fare. Pretendere dall’esercente la lettura degli ingredienti
riportati in etichetta. I DOP sono sottoposti a precise regole per
quanto riguarda la stagionatura.
Prodotti affumicati. Spesso il sapore è ottenuto
siringando nel prodotto un aroma, permesso dalla CE, che si chiama
aroma di affumicatura.
Che fare. Se si tratta di affumicatura tradizionale il produttore
ci tiene a renderlo noto. Dunque, se il processo non è
illustrato e c’è la dicitura aromi vuol dire che si tratta
di fumo condensato.
Massimo Ilari

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