
Il nostro Giovanni Mori conduce una serie di puntate di approfondimento sugli SDGs, gli obiettivi di Agenda 2030, registrate “in trasferta” nelle Lavazza Oasi ¡Tierra!
Si
Le associazioni ambientaliste si dicevano allarmate da questa
misura che metteva pesantemente mano sulla legislazione
ambientale.
Come un decreto “omnibus”, raccoglieva norme sparpagliate da
tutte le parti per riscriverle. Si parlava di sanatorie di opere
abusive e misure sui rifiuti, acque, acquedotti, fognature, difesa
del territorio, rifiuti e impianti di smaltimento e
bonifiche.
Un decreto legislativo composto di 700 pagine, che secondo il
governo faceva chiarezza, mentre secondo gli oppositori
avrebbe:
– messo in difficoltà le imprese e il territorio
– tolto alle Regioni la facoltà di decidere su molti
temi
– aumentato il contenzioso tra Regioni e Stato (già
ampiamente annunciato), e mettendo in ginocchio i comuni e l’intero
settore dei rifiuti.
Si usa il condizionale perché il presidente Carlo Azeglio
Ciampi ha rimandato indietro il decreto legislativo con una serie
di osservazioni che di fatto bloccano l’iter della legge.
Cos’è o, meglio, cos’era questa “legge delega
ambientale”?
Cosa sarebbe successo se Ciampi l’avesse firmata?
Ora che è stata respinta, si può dire “scampato
pericolo”?
Ascolta: Gaetano Benedetto, responsabile relazioni
istituzionali Wwf, ai microfoni di LifeGate Radio
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