Il Monte Bianco ha perso 2,22 metri rispetto al 2021. Un calo che ha a che fare, anche, con gli effetti del riscaldamento globale.
Lettera aperta contro la riapertura ai Tir del Monte Bianco
L’associazione ambientalista Legambiente ha inviato oggi una lettera aperta a Loyola de Palacio, commissario europea ai trasporti, in occasione dell’incontro dei ministri dei trasporti. Sulla lista delle trattative la pressante richiesta del nostro ministro Lunardi di riaprire il tunnel del Monte Bianco ai Tir.
“Gentile Commissario, sul transito dei Tir nel traforo del Bianco
c’è un’Italia che la pensa diversamente da Lunardi.
C’è un’Italia che a differenza del ministro Lunardi non
è schiacciata su posizioni che sarebbero giustificate solo
se a sostenerle fosse un ministro delle autostrade e dei valichi.
Occuparsi di trasporti, e farlo in linea coi principi di
sostenibilità che l’Unione europea nel suo Libro bianco ha
indicato, non significa certo destinare alle opere stradali il 70%
degli investimenti lasciando per le ferrovie solo il 30%. In un
Paese, va ricordato, nel quale spesso le merci che arrivano in
treno dall’estero vengono dirottate su strada alla frontiera e
attraversano la penisola sugli autotreni.
L’allarme lanciato in questi giorni sulla paralisi economica che
rischia di investire l’Italia a causa del blocco ai Tir del traforo
del Monte Bianco è infondato e strumentale. Il traffico di
merci da e per l’estero in transito attraverso le Alpi non si
è certo fermato, venendo piuttosto assorbito dagli altri
valichi. Se ci fosse stata una reale volontà di risolvere il
problema della deviazione delle merci e del sovraccarico degli
altri passaggi transalpini sarebbe stato sufficiente puntare sul
trasporto ferroviario: le tre linee ferroviarie di Ventimiglia,
Modane e Domodossola attualmente sono percorse giornalmente da 95
treni merci, quando ne potrebbero sopportare quasi il doppio (164
treni è la potenzialità di convogli merci sulle linee
attuali). E interventi di ammodernamento permetterebbero di far
transitare altri 300 treni. In pratica sarebbe possibile spostare
dalla strada al ferro una quantità di merci addirittura
superiore a quella che attualmente attraversa le Alpi Occidentali a
bordo dei TIR. Con evidente giovamento per la qualità della
vita e dell’economia turistica delle valli di Chamonix e
Courmayeur.
Le misure di sicurezza introdotte potranno forse limitare i danni e
le perdite di vite umane in caso di incidente, ma di certo non
consentono di limitare le probabilità di collisioni che
coinvolgano TIR e quindi di considerare il tunnel ‘sicuro’ per il
trasporto merci. Dunque la Francia e gli abitanti delle valli
legate dal traforo del Bianco non sono i soli a nutrire forti dubbi
sull’opportunità di far tornare nel traforo migliaia di
autoarticolati: il tunnel – questo il nostro auspicio – non deve
essere riaperto ai TIR, fatti salvi quelli di peso inferiore alle
28 tonnellate impiegati per il transito delle merci che hanno
origine o destinazione nella regione del Monte Bianco.”
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