Lo scultore Ron Mueck

Ron Mueck per molti anni nel mondo del cinema e della pubblicità, Soltanto quattro anni fa ha esordito come artista, con una scultura “Dead Dad

Entrando nelle vecchie Corderie dell’Arsenale ci si imbatte in
un gigantesco ragazzo ripiegato su se stesso, che tiene il volto
dallo sguardo impressionato girato verso chi arriva. Nonostante la
sua imponenza fisica, il ragazzo trasmette insicurezza, disagio,
incomunicabilità.
Dello stesso artista – il 43enne inglese Ron Mueck – è
esposta anche una figura maschile con la testa rasata, rinchiusa in
se stessa, questa volta ridotta a circa un terzo della statura
naturale. Il suo corpo nudo, riprodotto meticolosamente in ogni
singolo dettaglio, mette quasi in imbarazzo chi lo guarda: non
c’è vestito, intervento estetico o trucco tecnico che crea
una mediazione tra il corpo naturale e la sua apparenza
pubblica.

Impressionante risulta l’assoluta fedeltà con cui sono
realizzate queste figure. Ogni singolo pelo o capello è
visibile, ogni minima imperfezione cutanea è riconoscibile,
le unghie sembrano vere. Una riproduzione così perfetta di
corpi modificati nella loro dimensione naturale crea inoltre
associazioni inquietanti col mondo delle scienze e della
biotecnologia, dove l’essere umano diventa oggetto di
esperimenti.

Ron Mueck ha lavorato per molti anni nel mondo del cinema e della
pubblicità, dove si occupava di effetti speciali. Soltanto
quattro anni fa ha esordito come artista, con una scultura “Dead
Dad” (Papà morto) realizzata con silicone cruda, che imitava
alla perfezione la superficie del corpo umano, proprio come succede
nelle due sculture esposte alla Biennale di Venezia. Il successo
delle sue sculture spettacolari è stato immediato.

Rita
Imwinkelried

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