Lo studio delle vibrazioni

Le vibrazioni elettromagnetiche che controllano e regolano tutti i sistemi e i fenomeni biologici, sono alla base della medicina non convenzionale. Anche la cellula umana

Com’è ormai noto, la vibrazione è una delle
caratteristiche ondulatorie della materia ed è comune a
tutti i corpi, anche quelli apparentemente più
inanimati.

La frequenza, cioè la somma delle vibrazioni in uno spazio
di tempo, è diversa a seconda della maggiore o minore
densità della materia (le vibrazioni sono più lente
se la materia è più densa).
Vibrazioni di frequenza diversa possono coesistere nello stesso
spazio senza interferire tra loro, come ad esempio le onde di
diverse stazioni radio, o le onde dei canali televisivi.
Quindi è perfettamente ipotizzabile che nel medesimo spazio
in cui si trova il corpo (materia) siano contemporaneamente
presenti altri campi vibratori (del resto riscontrabili con
apparecchi come lo spettrofotometro), relativi al corpo stesso.

Se cerchiamo un'”intelligenza galleggiante” che regoli la
disposizione delle molecole e i loro meccanismi di funzionamento,
è probabilmente ad essi che dobbiamo rivolgerci. Questo
è esattamente il punto di partenza di tutte le medicine che,
a differenza di quelle basate su principi chimici, curano in modo
vibrazionale. Esse operano manipolando i corpi energetici (campi
vibratori), che riescono a individuare e studiare nell’essere
umano.

Modificano i campi energetici andando ad intervenire direttamente
su specifici punti del corpo umano – come fa ad esempio
l’agopuntura – oppure fornendo sostanze nelle quali la materia fa
da veicolo, poiché ad essa (soprattutto all’acqua) è
stata trasferita l'”impronta” energetica necessaria (è
questo il principio, ad esempio, dell’omeopatia o della
floriterapia).

Va anche osservato che la loro azione, basandosi sul riequilibrio
dell’organismo, segue vie diverse e meno dirette rispetto agli
strumenti chimici della medicina tradizionale. Può essere
che il sintomo non scompaia nel breve periodo o che addirittura si
riacutizzi, perché occorre attendere più a lungo per
un riequilibrio definitivo. Tutto ciò rende ancora
più difficile accreditare tali proposte curative in base al
metodo scientifico.

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