
Vecchi e nuovi ogm sono sottoposti alle stesse regole, ma ora le cose potrebbero cambiare. Una petizione vuole evitare questo rischio.
Come previsto, la Commissione Europea ha oggi autorizzato la commercializzazione del mais ogm Bt11, il mais dolce transgenico targato Syngenta (e coltivato negli Stati Uniti).
La decisione arriva dopo la precedente “spaccatura” del
Consiglio dei ministri dell’Agricoltura Ue, che chiamato a decidere
il 26 aprile scorso sulla questione, non è riuscito a
esprimere la maggioranza qualificata necessaria.
“Rimangono seri interrogativi sia sulla qualità dei dati
forniti da Syngenta che sulla valutazione eseguita dal Comitato
scientifico europeo sull’alimentazione”. “Chiediamo agli Stati
Membri che si sono opposti al Bt-11 nel Consiglio Agricoltura Ue
del 26 Aprile (Francia, Austria, Lussemburgo, Danimarca,
Portogallo, Grecia) di bandire il mais Ogm, come consentito dalla
regolamentazione sui ‘nuovi cibi'”, afferma Federico Ferrario,
responsabile della campagna Ogm di Greenpeace.
Va ricordato che l’Agenzia francese per l’alimentazione, ha
sottolineato la carenza di studi sulla tossicità del Bt11 e
la possibilità di “potenziali effetti indesiderati, dovuta
all’interferenza della modifica genetica con il metabolismo
specifico del mais”.
In ogni caso per il Bt11, secondo la nuova normativa europea,
è d’obbligo l’etichettatura. I consumatori, quindi, leggendo
in etichetta “contiene ingredienti geneticamente modificati”
potranno scegliere se acquistare o lasciare sugli scaffali del
supermercato il mais biotech.
Ecco il testo del documento dell’Agenzia francese per l’alimentazione.
Redazione Alimentazione
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