Parchi tagliati

E’ un verbo che non s’addice granch

Il maxiemendamento su cui il Senato ha votato la fiducia contiene
tra le altre migliaia, una norma che taglia del 50% i trasferimenti
dei ministeri agli enti da loro controllati. Questo significa, per
un già asfittico ministero dell’Ambiente, una mannaia sulle
aree protette nazionali.

I tagli sono quindi stati confermati nonostante le parole del
ministro Stefania Prestigiacomo e il pressing di tutte le
associazioni ambientaliste e naturalistiche. Il funzionamento
regolare degli enti che gestiscono i parchi pare ora seriamente
minacciato.

Le prese di posizione.
“Il nostro Paese ha scelto un sistema originale per festeggiare
l’anno della biodiversità, ossia quello di chiudere i
Parchi!”
WWF Italia

“Siamo tornati indietro di 50 anni. Con questa manovra cancelliamo
tutto. Non ci fermeremo finché Governo e Parlamento non
rivedranno questa decisione e verrà data la giusta
dignità e considerazione in politica alle nostre aree
protette, una risorsa anche economica importantissima: in questo
momento di crisi dovrebbero essere valorizzate e non
abbandonate”.
Fulco Pratesi, presidente onorario del WWF
Italia

“Siamo profondamente delusi dalla versione del testo del
maxiemendamento sulla manovra finanziaria, le speranze dopo gli
incontri con i gruppi parlamentari del senato erano ben diverse. Si
chiudono di fatto molti dei 24 parchi nazionali che subiranno il
dimezzamento del finanziamento statale riducendolo a 25 milioni di
euro, senza che questo comporti alcun risparmio reale per lo
Stato”
Federparchi

“Eppure, i parchi nazionali non sono solo un costo per lo stato. A
fronte di un investimento di 50 milioni all’anno, sono in grado di
mettere in moto un giro d’affari di oltre 1 miliardo, con 80mila
occupati e 35 milioni di turisti. ‘Natura ad alto rendimento’
è il titolo del servizio, su Vita Non profit magazine in
edicola da domani”.
Vita.it

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