Marcel Coderch, il bidone nucleare

Marcel Coderch, ingegnere del MIT, uno dei massimi esperti europei di energia, ci aiuta a mettere autorevolmente in luce la posta in gioco nella partita del nucleare, non solo dal punto di vista della sicurezza, ma anche da quello dell’ambiente.

Nel suo nuovo libro edito da Bruno Mondadori “Il miraggio
nucleare”, Coderch ricostruisce un quadro storico che dalla
scoperta della radioattività giunge ai disastri di Chernobyl e
Three Mile Island. Con dati importanti si smentiscono le
affermazioni oggi diffuse nel panorama internazionale per far
accettare il nucleare dall’opinione pubblica, dimostrandone
l’inefficacia e gli irrisolvibili e gravissimi problemi di
fondo.

Ascolta
l’intervista a Marcel Coderch nella puntata di
Internazionale

Abbiamo la certezza inequivocabile che sia il nucleare
che i combustibili fossili non rappresentano la soluzione migliore
e quella più sicura. In che modo l’umanità può
progettare un futuro sostenibile ?

Il problema energetico è senza dubbio complesso, da un
lato c’è l’aumento esponenziale della domanda, dall’altro
sappiamo che le risorse di combustili fossili sono limitate e
inquinanti e tutto questo comporta dei problemi a livello
ambientale. Abbiamo visto che il nucleare non ha risolto problemi
come lo stoccaggio e i costi delle scorie, quello della
proliferazione militare, e tantomeno il problema della sicurezza.
Dunque è difficile immaginare che l’energia nucleare possa
rappresentare una soluzione adeguata. Credo invece che occorra
ripensare la nostra società e il suo modello di sviluppo ormai
esaurito, all’interno dei limiti che ci pone il settore energetico.
A mio avviso, questa potrebbe essere una soluzione al problema.

La Germania fermerà il suo ultimo reattore
nucleare entro il 2022. E’ chiaro per tutti che bisogna impostare
un piano di uscita progressiva dal nucleare. Qual è il punto
cruciale della transazione energetica?

La decisione presa dal governo tedesco comporterà
naturalmente un cambiamento a livello europeo. A partire da quel
momento, in Europa ci troveremo di fronte a due modelli energetici
differenti, quello francese che fa ricorso al nucleare, e quello
tedesco, che punta alle rinnovabili. Il nodo cruciale sarà
pertanto quello di sostituire l’energia elettrica prodotta dal
nucleare con quella delle rinnovabili, scommettendo sull’efficienza
e sul risparmio energetico senza i quali non è assolutamente
possibile risolvere il problema.

Negli ultimi cinquant’anni il consumo di energia
mondiale si è duplicato, e la domanda continuerà a
crescere, come anche la disuguaglianza energetica. E’ comprensibile
che paesi come Cina, India, Brasile, vedono il nucleare come
l’unica soluzione possibile al proprio sviluppo. I paesi ricchi non
possono certo impartire lezioni di saggezza, non crede
?

Bisogna considerare che a livello mondiale l’energia nucleare
ha in realtà un peso abbastanza limitato. Oggi rappresenta il
14 per cento dell’elettricità consumata nel mondo. Paesi come
la Cina, l’India, il Brasile, di cui stiamo parlando producono
quote di energia nucleare molto basse. La Cina, per esempio,
produce soltanto il 2 per cento di nucleare e in futuro conta di
arrivare ad un 6 per cento. Inoltre, è impegnata con progetti
rinnovabili anche se, purtroppo, continuerà a fare grande uso
di carbone, di cui è molto ricca.

Tra pochi giorni in Italia si voterà il
referendum sull’abrogazione del nucleare. Cosa pensa del confronto
politico sul tema ?

Tutti i reattori nucleari che ci sono oggi nel mondo sono
stati costruiti da aziende statali oppure da privati grazie a
finanziamenti pubblici. Basta vedere quello che è accaduto in
Giappone per rendersi conto che tutte le conseguenze degli
incidenti ricadono inevitabilmente sul settore pubblico. Quindi
è assolutamente fondamentale che i cittadini possano
esprimersi e decidere se farsi carico del rischio economico e di
sicurezza che l’energia nucleare comporta. Vorrei aggiungere che ,
personalmente, sono uno strenuo difensore di questo referendum.

Il risparmio è la prima fonte di energia. In
quest’ottica si presuppone un radicale cambiamento del nostro
modello di vita. Risulterebbe ragionevole concentrarsi da un lato
sul risparmio energetico e dall’altro sullo sviluppo delle nuove
rinnovabili, in primis del solare ed eolico. In che modo, secondo
lei, è possibile accelerarne le potenzialità di sviluppo,
e soprattutto, come contenere gli attuali consumi di energia ?

La migliore energia è sicuramente quella che non si
consuma quindi il risparmio sarà sicuramente in futuro una
componente fondamentale se vogliamo avere davvero un nuovo modello
energetico. Il risparmio, l’efficienza, lo sviluppo delle energie
rinnovabili rappresentano sicuramente un’ottima soluzione.
Però soltanto in modo marginale poiché il problema
più grande è rappresentato dal settore dei trasporti. E
al momento non si intravedono alternative ai combustibili fossili
liquidi. Assisteremo ad una maggiore elettrificazione dei
trasporti, più auto elettriche, tuttavia questo resta il
problema più importante. Io credo che in futuro la soluzione
non potrà essere soltanto quella dell’energia rinnovabile,
c’è bisogno di ripensare la nostra società e un nuovo
modello di sviluppo, guardare ad una società a misura d’uomo,
di comunità e territorio che sappia riscoprire la
centralità della persona e dei suoi bisogni reali.

Lei ha scritto che il nucleare è il più
insidioso dei miraggi che dovremmo combattere per riuscire a
risolvere in modo umano e dignitoso una delle maggiori sfide a cui
sia mai stata chiamata la nostra specie: la costruzione consapevole
e autolimitata di un futuro sostenibile. Qual è il suo
consiglio ?

Ci illudiamo di vivere in un mondo dove le risorse sono
illimitate e continuiamo a consumare in maniera bulimica, basta
però prendere una penna e fare dei semplici calcoli matematici
per rendersi conto che si tratta soltanto di miraggi. La
realtà è un’altra, il nostro modello economico e sociale
sta collassando. La sfida dunque è quella di autolimitarsi,
prendere coscienza che viviamo all’interno di un ciclo naturale che
ha una sua funzione specifica e che rischia di essere distrutto per
sempre a causa della nostra cecità e presunzione. Insisto
sull’importanza di studiare e comprendere la natura, in quanto ne
siamo parte integrante e perché dobbiamo comprendere che non
siamo al di sopra delle sue leggi. Nulla può continuare a
crescere in maniera indefinita in un modo che invece è finito.

 

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