Mattioli e i segni della natura

Parma, novembre 2004 – 16 gennaio 2005orario: tutti i giorni 9.30-17.30 info 0521 386198 catalogo Mazzotta (33 euro)

La mostra, in corso a Parma fino al 16 gennaio, sceglie una
parte della produzione di Mattioli, limitando la selezione
(però 140 opere) al tema della natura e del paesaggio sul
quale si appuntavano gli interessi più vivi dell’artista,
modenese di nascita ma legato alla città che ora gli rende
omaggio.

Rimangono fuori altre pagine importanti, quelle dei ritratti,
impietosi e grotteschi, che Mattioli dedicò ad amici
letterati e artisti. Non è un male perché
l’attenzione dello spettatore si concentra sulle visioni cui
Mattioli dedicò il suo impegno massimo.

Paesaggi, piante, distese di papaveri, realizzati con una
tecnica che privilegia i percorsi della mente. Non dipingeva en
plein air, ma ripeteva con cura maniacale ritirato nel suo studio
le immagini che gli si erano impresse nella retina. E lavora di
astrazione con campiture geometriche, alla Mondrian. Ritorna sullo
stesso soggetto fino a coglierne l’essenza, o le possibili altre
valenze. Le repliche dei Nudi coricati, per esempio, si
trasformano in paesaggi di ondulate colline.

Questo artista appartato, ma non di provincia (perché
Parma non è provincia) morto nel 1994, ancora aspetta il
pieno riconoscimento critico e surclassa tanti contemporanei
supervalutati.

Ha un senso profondo della natura e della materia. Realistico
nei particolari, resi ad olio con grumi e densità
incredibili, è astratto nella impaginazione complessiva.
Utilizza supporti ruvidi, spesso tavole di legno grezzo, su cui
impasta i suoi colori, verde marcio, giallo di Siena, blu cobalto,
antracite.

Negli ultimi tempi, malato, non riusciva più a lavorare
al cavalletto, e allora riproduceva le sue icone su fogli di carta
vergata a mano, o sulla rilegatura di libri antichi.

Strappa l’ammirazione l’alberello, segno inconfondibile di
numerosi paesaggi, riprodotto su un documento d’archivio,
l’annuncio di una vendita pubblica datata 1838, una delle tante
scoperte che incuriosiscono o seducono in una mostra ben
organizzata nel suggestivo ambiente dei Voltoni.

L’ingresso è gratuito. Altra buona idea, il catalogo, che
pure contiene alcune cose discutibili, è disponibile in
più copie in una saletta dove lo si può consultare
seduti, prendendo appunti.


Giulio Carnazzi

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