Natale local: risparmioso due volte

Mettere in tavola frutta coltivata fuori stagione o proveniente dai paese esotici rischia di rendere il Natale troppo costoso e pesa sull’ambiente.

?Dai 30 euro al chilo delle ciliegie ai 25 euro al chilo delle
albicocche fino ai 22 euro al chilo delle pesche sono alcuni dei
prezzi rilevati in vista del Natale per la frutta fuori stagione
che quest’anno sembra registrare, insieme ai prodotti esotici, un
vero boom di arrivi sulle tavole degli italiani?. Una tendenza che
concorre a far saltare il budget dei cenoni di fine anno con prezzi
superiori fino ad oltre dieci volte a quelli di mele, pere, kiwi,
uva, arance e clementine Made in Italy che si trovano tutti al di
sotto dei 3 euro al chilo. Un tributo pagato all’inflazione che
appare del tutto ingiustificato perché si tratta spesso di
prodotti poco gustosi e saporiti, essendo stati raccolti ad un
grado di maturazione incompleto per poter resistere a viaggi di
migliaia di chilometri percorsi su mezzi di trasporto inquinanti
che liberano nell’aria gas ad effetto serra, come nel caso di
banane e ananas provenienti dal sud America.

Secondo la Coldiretti la voglia di cambiamento o il bisogno di
stupire gli ospiti nei banchetti natalizi o di fine anno possono
essere soddisfatte dalla riscoperta dei frutti meno ?diffusi? ma
nazionali come melograno, cachi e fico d’India o antiche
varietà, dalla mela limoncella alla pera madernassa, che
valorizzano le tradizioni del territorio e garantiscono un sicuro
successo a prezzi contenuti. L’acquisto di frutta fuori stagione
dimostra peraltro uno stile di vita poco attento alla salvaguardia
del clima e si scontra con un numero crescente di consumatori che
adotta anche a tavola un comportamento ambientalmente corretto.

Studi recenti evidenziano che, ad esempio, per trasportare a
Roma un chilo di ciliegie dall’Argentina in aereo per una distanza
di 12mila km si liberano 16,2 kg di CO2, mentre per un kg di pesche
dal Sudafrica nel viaggio di 8mila chilometri si emettono 13,2 kg
di CO2 e, infine, gli arrivi di ogni kg di uva dal Cile producono
17,4 kg di CO2. Consumando prodotti locali e di stagione e facendo
attenzione agli imballaggi, una famiglia può risparmiare
fino a 1000 chili di anidride carbonica (CO2) l’anno. Lo stesso
premio Nobel per la Pace ed ex vicepresidente Usa Al Gore nel suo
film ?La scomoda verità? ha inserito l’acquisto di cibi
locali offerti direttamente dagli agricoltori nell’elenco delle
cose da fare per salvare la terra dal surriscaldamento globale
tenuto conto che ?è stato stimato che un pasto medio
percorre più di 1.900 km per camion, nave e/o aeroplano
prima di arrivare sulla vostra tavola ed è molto più
ragionevole comprare alimenti che non devono fare tutta quella
strada? perché ?spesso ci vogliono più calorie di
energia per portare il pasto al consumatore di quanto il pasto
stesso provveda in termini nutrizionali?.

E per non cadere nella trappola del falso Made in Italy ed
ottimizzare gli acquisti Coldiretti ha messo a punto un vademecum
che invita a verificare sempre la presenza dell’etichetta di
provenienza, prediligere le varietà di stagione che
presentano le migliori caratteristiche qualitative e il prezzo
più conveniente; preferire le produzioni e le varietà
locali che non essendo soggette a lunghi tempi di trasporto
garantiscono maggiore freschezza e non inquinano; privilegiare gli
acquisti diretti dagli agricoltori, nei mercati rionali e di Paese
e nei punti vendita specializzati della grande distribuzione dove
è possibile fare buoni affari ed è più facile
individuare l’origine e la genuinità dei prodotti; scegliere
gli ortaggi e la frutta con il giusto grado di maturazione, quando
sono esaltate le caratteristiche organolettiche e nutrizionali;
optare per acquisti ridotti e ripetuti per garantirsi sempre
l’elevato grado di freschezza?.

Comunicato stampa Coldiretti

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