Nel cuore di Emergency

Da quindici anni le vittime di conflitti, mine antiuomo e povertà possono contare sul sostegno di Emergency, l’associazione italiana che si occupa di assistenza medico-chirurgica per le vittime dei conflitti.

Gino Strada: nel 1994 è un medico
chirurgo che conosce bene le terribili ferite che provoca la guerra
perché ha maturato la sua esperienza sul campo nei ranghi
della Croce Rossa. Nello stesso anno, insieme ad alcuni colleghi,
fonda Emergency. È il portavoce più noto e
combattivo.

Salute: Emergency è un’associazione
italiana indipendente che si occupa di assistenza medico-chirurgica
per le vittime dei conflitti. Tutti, senza distinzioni di
appartenenza politica o religiosa hanno diritto ad essere curati.
Gli interventi garantiti dai medici di Emergency sono quindi
gratuiti e di elevata qualità.

Emergenza: missione e nome dell?associazione.
Emergency nasce per la cura delle vittime civili della guerra,
soprattutto i feriti da mine antiuomo, veri strumenti di morte
disseminati e nascosti nei territori. Più si ampliano i
progetti nel mondo, più il concetto di emergenza si allarga
a tutte le urgenze chirurgiche, patologie come la malaria e la
poliomielite, le ustioni, le infezioni di varia natura.

Guerre: i conflitti contemporanei non
coinvolgono solo i combattenti, si stima che il 90% delle vittime
siano civili. Tra il 1994 e il 2008 negli ospedali, nelle cliniche
e nei centri di riabilitazione di Emergency sono state curate
gratuitamente 3.177.825 persone. Ogni 3 minuti, un nuovo
paziente.

Paesi: gli operatori di Emergency accorrono
dove la popolazione ha un effettivo bisogno di assistenza
medico-chirurgica specializzata e dove scarseggiano o mancano altri
interventi umanitari analoghi.
Fino ad oggi Emergency ha operato in 14 paesi. È presente
con le sue strutture in Iraq, Afghanistan, Cambogia, Sierra Leone,
Sudan, Repubblica Centrafricana e Italia.

Ospedali: non solo posti di primo soccorso. Le
strutture costruite da Emergency sono funzionali, confortevoli,
attente all’ambiente. Meno asettiche sono, meglio è per il
bene del paziente: ospedali, centri di riabilitazione, pediatrici,
di maternità. Luoghi in cui l?iter medico dei pazienti
è la priorità ma anche spazi di convivenza e dialogo,
dove sembra possibile pensare alla pace.

Valentina Gerig

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