Australia e Tuvalu confermano l’intenzione di adottare il primo trattato al mondo che concede asilo climatico. Ma c’è ancora un ostacolo da superare.
“Noi siamo la terra!”
La Terra ha bisogno di speranza e di azioni in suo favore: sul piano del pensiero, dell’educazione, della terapia, dell’ecologia, dello sviluppo sostenibile e dell’amore per la vita.
50 persone da tre continenti si sono
incontrate a Lignan – 1648 metri, in Valle d’Aosta – dal 29
settembre al 1 ottobre 2006, per festeggiare la prima iniziativa
di una associazione internazionale che vuole favorire l’incontro e
lo scambio tra professionisti e terrestri consapevoli che vogliono
portare un messaggio di speranza e di azione nella vita
quotidiana.
Da tutta Italia e anche
dall’Uruguay, dagli USA e dalla Grecia, sono intervenuti counselor, psicologi e
psicoterapeuti che hanno potuto trarre qualche spunto
per inserire nel setting elementi per una riflessione più
ampia e per una consapevolezza anche ambientale; insegnanti e
formatori che hanno condiviso idee per attività
e programmi con una ispirazione più ampia e profonda di
quella solo cognitiva; guide ambientali e
guardaparco, che hanno portato la loro esperienza
più “eco” per arricchirla di un po’ più di
interiorità, quel tanto che basta a ricollegare l’individuo
al mondo di cui è parte. Sono intervenuti per conoscersi,
scambiarsi informazioni ed esperienze e per approfondire insieme i
principi dell’ecopsicologia che nasce in una unica visione
l’occuparsi dell’uomo e del mondo.
L’ecopsicologia non è un
sistema chiuso di tecniche o procedimenti, è una
direzione che partendo da alcuni presupposti di base
invitano i singoli individui in qualsiasi ambito essi lavorino o
operino di attivarsi e mettere in atto strategie e iniziative
concrete per un risveglio individuale e poi planetario di un senso
di compartecipazione al pianeta.
I presupposti sono quelli sottolineati nel manifesto di EES,
European Ecopsychology Society, l’associazione
internazionale rappresentata in Italia da “Inventare il Mondo”, la
Scuola di Ecopsicologia di Osnago:
- Autoconoscenza e autoaccettazione come base
per una relaziona matura e
creativa con il prossimo. - Apertura al dialogo e all’incontro con il
diverso per l’elaborazione di strategie
efficaci di convivenza e sinergia. - Consapevolezza delle implicazioni sociali,
economiche, spirituali e ambientali delle
proprie scelte di consumo e di stile di vita - Ampia visione dell’essere umano, riconosciuto
nelle sue componenti fisiche,
emotive, cognitive e spirituali; coerentemente con la psicologia
del profondo, la
psicologia umanistico-esistenziale e la psicologia
transpersonale - Fiducia nelle potenzialità di crescita
e autorealizzazione dell’individuo e nella sua
fondamentale libertà, creatività e
responsabilità - Capacità di relazione ed empatia, a
tutti i livelli, sensibilità nei confronti
dell’ambiente naturale come intrinsecamente vivo e degno di
rispetto - Visione sistemica della realtà e
consapevolezza delle interrelazioni a tutti i livelli,
corpo-mente, pensiero-azione, individuo-società,
società-ambiente - Pensiero libero e autonomo, capace di
riconoscere le manipolazioni indotte da media
e di non indulgere passivamente in luoghi comuni e
generalizzazioni - Attenzione nei confronti di culture altre, nel
tempo e nello spazio, senza
preclusioni o pregiudizi
“Noi siamo la
Terra!” è stato chiamato questo primo convegno. “Noi siamo
la terra” è il messaggio che solo, può smuovere una
umanità lacerata tra una visione antropocentrica – “il mondo
è nostro, è stato creato per noi” – e una all’estremo
opposto – “noi siamo i parassiti di questo bel pianeta” – per
trovare invece una sintesi su un piano più alto in cui
l’essere umano si riconosce punta di diamante di tutto il processo
della creazione, e di essere così in azione in nome di tutta
la creazione e non solo della specie homo sapiens
sapiens.
Noi non siamo “venuti al
mondo” – ha affermato nella sua esposizione in video preparata
appositamente per questo incontro il prof. Sutton Chard –
ecopsicologo statunitense – ma siamo “venuti dal mondo”, e la
materia dei nostri corpi è la stessa non solo di quella del
nostro pianeta ma anche di tutto l’universo.
Ritrovando il senso di connessione,
compartecipazione e responsabilità nei
confronti di tutto quanto gira insieme a noi attorno al Sole non
solo troviamo il senso più profondo della nostra vita, ma
cominciamo immediatamente a manifestare un atteggiamento diverso
nei confronti di animali,
piante e ambienti naturali e non, scopriamo la grande
libertà che abbiamo, di essere soli e persi o parte di
qualche cosa di più grande in cui ognuno di noi può
dare un suo contributo unico e insostituibile.
Il messaggio è quindi uno:
svegliamoci a
ciò che siamo, figli della terra al servizio
della Vita!
Questi i messaggi che sono stati scambiati tra i 50 partecipanti,
prima che ognuno tornasse a casa portando con sé semi da
distribuire con mille forme e colori diversi.
Marcella Danon
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