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La vacanza non è solo una pausa nel tran tran, è anche una occasione per conoscersi meglio e fare più attenzione a ciò che si è e ciò che si vuole dalla vita davvero. Il ritorno a casa, allora, diventa un nuovo inizio.
Posti nuovi, gente nuova, o anche soltanto ritmi nuovi. Una, due
o tre settimane di vacanza, se non sono state riempite con
ancora più impegni di quelli che si hanno durante la
stagione lavorativa, possono essere sufficienti per dare
un’occhiata alla propria vita da un punto di vista diverso. Possono
dare lo spunto per fare un po’ il punto della situazione per
chiedersi che cosa si vorrebbe cambiare o che cosa si vorrebbe
realizzare dando spazio – perché no – anche a quei sogni nel
cassetto che durante l’anno non riescono mai a fare capolino.
Non trascuriamo intuizioni che possiamo avere avuto su noi
stessi e sulla direzione ad dare alla nostra vita che ci sono
venute in vacanza. E’ proprio fuori dai contesti e circuiti
abituali che possiamo più facilmente cogliere aspetti di noi
meno conosciuti e valorizzati e che possiamo arricchire così
il nostro tran tran quotidiano con nuove scoperte
e nuove energie.
Questo diventa il momento di esercitare la nostra
creatività al suo livello più alto, quello che ci
porta non solo a modellare forme, colori, musiche o parole, ma a
modellare la nostra
stessa vita sino a farne un’opera d’arte la cui forma
esprima il contenuto.
Anche le nostre esistenze sono fatte di materiale duttile,
modellabile, in parte dall’esterno – è indubbio – ma in
grande parte anche dall’interno, verso direzioni scelte,
programmate e organizzate proprio da noi.
Non è mai troppo tardi, quindi per chiederci che cosa ci
chiediamo dalla vita, per decidere di valorizzare una
vocazione mai presa sul serio, di dare più
spazio a un interesse sempre trascurato, di cercare ciò che
ci manca “davvero” (senza quindi farsi influenza da una
pubblicità maestra nel far sentire bisogni inutili) o di
lasciar perdere ciò che non è davvero in sintonia con
la nostra natura profonda, proprio quella che si fa sentire nei
momenti di maggior tranquillità e silenzio interiore.
Creatività
vuol dire considerare la nostra vita la cosa più importante
e investire tempo, riflessione e attenzione nel vedere come
renderla sempre più aderente a ciò che sentiamo di
essere. In questo processo di rimodellamento – continuo, peraltro –
dobbiamo tenere conto dei limiti, delle necessità e dei
doveri ma anche dei diritti e delle possibilità. Ogni
attività artistica deve fare i conti anche con i limiti,
la
poesia una volta era ingabbiata nella metrica, ma non
per questo non riusciva a esprimere l’ineffabile, la musica tiene
conto delle caratteristiche di ogni singolo strumento e la scultura
della qualità del materiale. Anche un grosso nodo nel legno,
se inserito al posto giusto, da difetto può diventare la
caratteristica più personale e preziosa di una scultura.
L’arte dell’essere si coltiva. Con la crescita personale, con
l’esercizio della
libertà, con la scoperta della
responsabilità, con la pratica della
volontà, con la leggerezza dell’intuizione e
l’energia della
gioia. Quando questo è chiaro, ogni ritorno
dalle vacanze è ricco di semi e stimoli da piantare nel
terreno fertile della propria quotidianità.
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