Nucleare “intelligente”? Un decalogo di “no”

Da decenni si sentono contrapporre due forme energetiche, fossile e nucleare, entrambe senza futuro nel lungo termine: spesso sono presentate come le sole vere opzioni, e limitano gli orizzonti ad una scelta “tra peste e colera”.

1. Il nucleare è economicamente sconveniente e non
competitivo rispetto ad investimenti in efficienza energetica e
alle moderne fonti rinnovabili. Gli investitori privati sui mercati
liberi non stanno generalmente investendo in energia nucleare oggi,
perché tale scelta aumenta i rischi di business
ed ha redditività inferiore rispetto
alle alternative possibili.

2. È una
fonte esauribile
, per cui si posticipa il problema
senza risolverlo, e se ne creano altri: oggi i 443 reattori
operativi forniscono meno del 4% di tutta l’energia globale.
Aumentare tale percentuale farebbe salire i prezzi e ridurrebbe la
disponibilità di un combustibile non rinnovabile e in
esaurimento.

3. Non è risolta la questione dello
stoccaggio delle scorie
, che deve garantire totale
sicurezza per 100-200.000 anni, e della radioattività da
estrazione, movimentazione, utilizzo.

4. Le centrali vecchie non sono sicure: si stima che
Chernobyl
abbia causato ad oggi tra i 9000 e i 250.000
morti, a seconda delle modalità di conteggio (che dipendono
essenzialmente da orizzonte temporale e geografico).

5. Rischio terrorismo. Le
centrali nucleari
e i luoghi di stoccaggio delle
scorie sono tra i target a più ‘alto potenziale’ per gli
obiettivi dei terroristi.

6. Trend d’investimento in declino: chi non ha centrali non ne
sta costruendo, chi ce le ha non ne costruisce più o

le dismette
(eccezioni: una nuova centrale in
Finlandia in costruzione, la Cina, la Turchia, l’Iran). La centrale
media al mondo ha oltre 21 anni, quindi è già
prossima alla dismissione o oltre la soglia di uso sicuro. Oggi
sono in costruzione 27 nuove centrali, la maggior parte in Cina: il
bilancio tra centrali nuove costruite e centrali dismesse dovrebbe
risultare negativo, a condizione che vengano chiuse le centrali
‘esaurite.’ La Svezia, uno trai paesi più competitivi e
avanzati al mondo, sta gradualmente dismettendo il nucleare per
passare alle fonti rinnovabili. Le risorse per la necessaria
innovazione nel settore sono in sistematico declino.

7. Trascurabili i vantaggi in termini di riduzione delle

emissioni di CO2
in ottica di
Life Cycle Assessment
, ovvero le emissioni per tutto
quello che serve per estrarre, trasportare e raffinare il
combustibile, costruire, far funzionare e smantellare una centrale
nucleare e stoccare le scorie.

8. Tempi lunghi dalle decisioni all’operatività,
nell’ordine dei decenni.

9. Difficoltà in regimi democratici nell’individuare
luoghi adatti per nuove centrali.

10. Il nucleare viola tutte le 4 System
Condition di sostenibilità
di The Natural Step
in quanto contribuisce 1) all’aumento sistematico di concentrazioni
di sostanze estratte dalla crosta terrestre 2) all’aumento
sistematico di concentrazioni di sostanze prodotte dalla
società, 3) alla sistematica distruzione della natura e 4)
alla sistematica compromissione della capacita’ delle persone di
soddisfare i propri bisogni. 15 anni di esperienza indicano che
ciascuna di queste violazioni porta ad un sistematico ed
inevitabile aumento dei costi e dei rischi dell’attività
svolta.

Altre scelte economicamente vantaggiose già esistono.

E’ già operativo un reattore nucleare a fusione che ha
miliardi di anni di autonomia e si trova a 150 milioni di km da
casa nostra. È il sole.


Il sole
fornisce ogni giorno 10.000 volte tutta
l’energia fossile, nucleare, idroelettrica e da biomassa messe
assieme che consumiamo, ed ha una distribuzione capillare ovunque
sulla terra. Investendo in efficienza energetica ed energia
rinnovabile quanto oggi viene consumato nel nucleare si avrebbero
avanzamenti portentosi ed immediatamente profittevoli verso un
successo anche di medio e lungo termine.

I sistemi energetici di domani saranno conformi alle quattro
System Conditions sopra espresse. Oggi abbiamo l’opportunità
di scegliere le modalità più intelligenti per
muoverci in quella direzione.

Eric
Ezechieli

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