
Vecchi e nuovi ogm sono sottoposti alle stesse regole, ma ora le cose potrebbero cambiare. Una petizione vuole evitare questo rischio.
Una petizione firmata da oltre un milione di persone in 21 Paesi europei, Italia inclusa, chiede l’etichettatura obbligatoria per latte, carne, uova e formaggi derivanti da animali che sono stati nutriti con Ogm.
Greenpeace la consegna oggi a Markos Kyprianou, il Commissario
europeo per la Salute e di fronte alla sede della Commissione
Europea verrà posizionato un serpentone di 500 metri,
realizzato con le firme dei cittadini europei.
Con la normativa europea introdotta nel 2004, tutti i prodotti,
contenenti o derivanti da un ingrediente con più dello 0,9
per cento di Ogm, devono esibire sull’etichetta la scritta: “Questo
prodotto contiene (o deriva) da Ogm”, eppure c’è un buco
nero nella normativa. “E’ inaccettabile che uova, carne e latticini
non debbano essere etichettati per legge, anche se gli animali di
provenienza sono stati nutriti con Ogm. I consumatori esigono
questa garanzia” spiega Federica Ferrario, responsabile campagna
Ogm di Greenpeace.
Oltre il 90 per cento degli Ogm importati in Europa sono soia e
mais destinati alla mangimistica. La dieta degli animali che
alleviamo è composta fino al 30 per cento da Ogm: questo
vuol dire che 20 milioni di tonnellate di Ogm entrano nella catena
alimentare degli europei ogni anno, senza che i consumatori lo
sappiano e senza che possano esercitare il diritto di scelta.
I sondaggi sono concordi nel dire che, se informati, i
consumatori rifiuterebbero i prodotti di origine animale Ogm. “Il
diritto all’informazione è un diritto fondamentale
dell’Unione europea, e per quanto riguarda Ogm e mangimi, questo
diritto viene negato. Togliere gli Ogm dalla mangimistica europea
è un passo importante verso la protezione dell’ambiente
dall’incontrollato rilascio di Ogm, che continuano a minacciare
salute e biodiversità” conclude Ferrario.
Greenpeace, 5 febbraio 2007
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