
Vecchi e nuovi ogm sono sottoposti alle stesse regole, ma ora le cose potrebbero cambiare. Una petizione vuole evitare questo rischio.
Gli Stati Uniti restano convinti che i Paesi europei dovranno togliere il loro divieto e sono contrari all’etichettatura dei prodotti alimentari ogm.
Washington rinuncia per ora a portare davanti
all’Organizzazione mondiale del Commercio (Wto) la sua vertenza nei
confronti dell’Unione europea sugli organismi geneticamente
modificati (Ogm), dei quali i Quindici rifiutano
l’importazione.
Lo annuncia stamani un
portavoce dell’ambasciata degli Stati Uniti a Londra. Il
diplomatico ha tuttavia escluso che la decisione sugli Ogm sia in
qualche modo collegata alla necessità di Washington di
assicurarsi l’appoggio europeo nell’ipotesi di un attacco militare
all’Iraq.
Gli Stati Uniti restano convinti che i Paesi europei dovranno
togliere il loro divieto e sono contrari all’etichettatura dei
prodotti alimentari, che consente ai consumatori di sapere se un
prodotto contenga Ogm.
Dal 1998 l’Ue si oppone all’importazione di Ogm provenienti dagli
Stati Uniti, fatta salva la soia geneticamente modificata (la cui
importazione era stata già approvata in precedenza).
La notizia, data dall’agenzia Agr, segna un cambio di rotta
nell’escalation polemica di questi mesi sul tema dei prodotti
transgenici. Da sempre gli Usa premono per invadere con soia, mais,
patate, pomodori transgenici il mercato del Vecchio Continente. Nel
’96 cominciavano a sbarcare nei porti italiani le prime navi cargo
cariche di soia Ogm. Nel ’98 l’Unione Europea ha attuato un blocco
delle importazioni e una moratoria all’immissione in commercio di
verdure Ogm, misure restrittive che perdurano tuttora.
Ma è negli ultimi mesi che si è alzato il fuoco
incrociato di dichiarazioni, polemiche e accuse reciproche, con
toni veementi, da rissa verbale. “Condotta immorale”,
“falsità”, “ricatto”, i termini scambiati tra i due
continenti. Per questo motivo, la decisione Usa di sospendere la
contesa (che avrebbe potuto portare a sanzioni monetarie,
rappresaglie commerciali o addirittura condurre all’obbligo, da
parte europea, di aprire le frontiere ai cibi transgenici)
rappresenta un importante turning point.
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Vecchi e nuovi ogm sono sottoposti alle stesse regole, ma ora le cose potrebbero cambiare. Una petizione vuole evitare questo rischio.
La Commissione europea apre ai nuovi ogm e, al contrario di quanto stabilito da una sentenza della Corte Ue, sostiene la necessità di una nuova legislazione per regolamentarli.
Bloccato alla Camera quello che, secondo un fronte di associazioni, era un rischio di apertura ai nuovi ogm. Lo stesso giorno il Senato ha approvato all’unanimità la legge sul biologico.
La Fda ha ritenuto sicuro il consumo alimentare di maiali ogm e ha espresso parere positivo sul loro potenziale utilizzo nella produzione di farmaci e nei trapianti di organi.
La folle corsa al cibo fake, come la carne finta creata con la soia ogm, ignora l’importanza della diversità dei nostri cibi e delle culture alimentari. È una ricetta per accelerare la distruzione della Terra e della nostra salute.
Entro l’anno nei fast food statunitensi saranno venduti gli Impossible burger, hamburger completamente vegetali che hanno il sapore e l’aspetto della carne.
Monsanto nel mirino dei giudici per i suoi prodotti a base di glifosato, questa volta in Brasile dove l’erbicida è ampiamente utilizzato per le colture intensive di soia.
Secondo la Corte di Giustizia europea le tecniche di mutagenesi potrebbero comportare gli stessi rischi per l’ambiente e la salute degli ogm.
Uno studio recente afferma che il mais ogm non comporterebbe rischi per la salute umana, animale e ambientale: FederBio, dopo averlo attentamente analizzato, ne elenca tutte le inesattezze. E le segnala ai comitati etici delle università che lo hanno divulgato.