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Ogm: la vera storia del dossier segreto Monsanto!

I risultati dello studio sul mais Mon 863 di Monsanto, tenuti segreti per molto tempo, sono stati pubblicati dall’Indipendent, approfondiamo l’argomento

Ogm

Gli esperti del Comitato europeo per la catena alimentare e la
salute animale, chiamati a decidere giovedì scorso sul mais
Ogm Mon 863, si sono espressi negativamente. Perché sul Mon
863 grava una pesante accusa: le cavie che lo hanno mangiato hanno
sviluppato gravi danni ai reni e al sangue! Lo affermano gli stessi
esperimenti di laboratorio di Monsanto, l?azienda che ne detiene il
brevetto.

Per saperne di più del Mon 863, e del dossier, abbiamo
intervistato Federica Ferrario, responsabile della campagna Ogm di
Greenpeace, l?associazione che da oltre 9 mesi sta denunciando
l?illegalità del comportamento di Monsanto e la
necessità che tali studi vengano integralmente resi
pubblici.

Gli esperti chiamati a decidere non hanno approvato il Mon
863, ma in precedenza, l’EFSA, l?Agenzia europea per la sicurezza
alimentare, aveva dato parere favorevole. Come mai?

Tutti i pareri di carattere tecnico devono essere dati dall?Agenzia
europea di sicurezza alimentare, conosciuta come EFSA. In
realtà però l?EFSA si limita a visionare e a valutare
dossier con dati che le vengono sottoposti direttamente
dall?azienda che chiede l?autorizzazione di un proprio
prodotto.

Quindi l?ente europeo che dovrebbe controllare quello
che noi mangiamo, quando deve valutare un nuovo prodotto si basa
solamente sugli studi forniti dalla multinazionale che ha
interresse a venderlo?

Sì, esattamente, perché il principio alla base
è che la multinazionale che chiede l?autorizzazione deve
sobbarcarsi i costi e la ?fatica? dello studio.
E purtroppo, non è previsto alcun un esame collaterale,
verifica, controprova di queste informazioni. Nel caso del Mon 863,
la cosa più sensata da fare sarebbe stata quella di chiedere
ulteriori analisi, per studiare meglio i problemi legati a questo
Ogm. Invece l?EFSA ha preferito chiudere gli occhi e dare l?ok,
nascondendosi dietro questa frase ?è improbabile che questo
mais causi danni ad ambiente e salute?. Non mi sembra, quella
dell?Agenzia europea, una posizione garantista per il consumatore
finale.

Riassumiamo la vicenda di questo famoso dossier
?segreto?: l?Indipendent l?ha lanciato come scoop, gli altri
giornali l?hanno ripreso, ma Greenpeace in realtà ne
conosceva e denunciava l?esistenza da tempo?
Questo
dossier è stato dato da Monsanto all?Agenzia per la
sicurezza alimentare e, dopo una serie di tira e molla, anche alla
Germania che è il paese membro dove è stata fatta
inizialmente la richiesta di autorizzazione. C?è da dire che
è stato uno sforzo anche per la Germania ottenere questo
dossier. Greenpeace è venuta a conoscenza delle informazioni
contenute nel dossier l?estate scorsa, ha chiesto subito che
venissero rese pubbliche integralmente, ma la risposta di Monsanto
è sempre stata ?no?. Alla fine quando il governo tedesco ha
deciso di farcene avere copia integrale, Monsanto lo ha bloccato,
appellandosi ai giudici. E così le autorità
governative tedesche non hanno potuto passarci il dossier.
C?è paura di far sapere, di far conoscere, alla base di
tutto.
E Mon 863 non è un caso isolato, rispecchia quella che
è la situazione in generale dell?approvazione degli Ogm. Si
può fare un parallelismo con il mais Bt 11 della Syngenta.
E? recente la notizia che Syngenta abbia commercializzato per ben
quattro anni, senza rendersene conto, un Ogm al posto di un altro:
vendeva Bt10 pensando fosse Bt11. Proprio venerdì scorso
l?Agenzia europea per la sicurezza alimentare ha dato la sua
opinione, come sempre positiva ? le ha sempre date positive da
quando è stata aperta- alla coltivazione del Bt11. Ebbene, a
questo punto, è legittimo porsi una domanda: siamo sicuri
che il dossier presentato sul Bt11 sia il risultato di analisi e
studi effettuati veramente sul Bt11 e non sul Bt10, visto che per
quattro anni l?azienda li ha scambiati senza accorgersene? L?unico
controllo effettuato dall?EFSA per accertarsene è stato
questo: chiedere a Syngenta se è ?sicura? che lo studio sia
stato fatto sul Bt11! L?azienda ha detto sì, e per l?EFSA
è sufficiente. Ecco, questo è il sistema di
controllo.

La decisione sul mais Mon 863, ora, a chi
passa?
Al Consiglio dei Ministri Ue. Non è
ancora stata comunicata la data in cui si terrà la
discussione, ma dovrebbe essere entro l?estate.

Paola Magni
Claudio Vigolo

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