Ogm

Ogm: niente soldi alla ricercatrice “scomoda”

Una ricercatrice, Manuela Malatesta, durante i suoi studi sugli effetti per la salute di cibo Ogm ha rilevato “modificazioni” a fegato, pancreas e testicoli nei topi alimentato con un mangime transgenico, la soia.

Ogm

Dal 2002 Manuela Malatesta non riceve più finanziamenti
dalle sue ricerche – le stesse ricerche per cui fu convocata dalla
FAO per far parte della commissione di valutazione degli alimenti
Ogm.

LifeGate Radio si collega direttamente con Manuela
Malatesta.
Può spiegarci cosa ha scoperto nella sua
ricerca?
Inizialmente abbiamo osservato il fegato, e
abbiamo trovato alcune modificazioni a carico dei nuclei degli
epatociti – gli epatociti sono le cellule principali che compongono
il fegato. E queste modificazioni potrebbero essere indice di
cattivo o di diverso funzionamento. Avremmo avuto bisogno di
più tempo, più indagini per comprendere appieno il
significato di queste modificazioni, ma non è stato
possibile.
Abbiamo rivolto la nostra attenzione al pancreas esocrino – quella
parte del pancreas che produce gli enzimi digestivi – e ai
testicoli di questi animali. E anche in questi due organi abbiamo
riscontrato modificazioni piuttosto importanti. Non macroscopiche:
non sono visibili a un’indagine di routine, come un’indagine
istologica; sono modificazioni visibili solo usando particolari
strumentazioni, come il microscopio elettronico. Non è
stupefacente che queste modificazioni non siano state rilevate in
indagini di routine come posso supporre siano state fatte dalla
stessa Monsanto.

Senta ma lei (personalmente), fino ad adesso, che idea
si è fatta degli Ogm?
Quando cominciai, non
avevo nessun tipo di preconcetto. Ho sempre cercato di mantenere un
atteggiamento di onestà intellettuale. Valutiamo
oggettivamente.
Via via che arrivavano i risultati – e vorrei sottolineare che non
si evidenziavano danni alla salute dei topi, i topi stanno bene –
mostravano però differenze che potrebbero essere segnale di
uno stress che questi organi subiscono. E chissà se questo
stress, associato ad altri stress di un organismo che vive
all’esterno, potrebbero anche avere un significato negativo.
Ma tutto questo accanimento, questa opposizione, questo silenzio,
la sparizione di molti colleghi intorno a me in seguito
all’interesse dei mass-media… Tutto questo mi ha fatto aprire gli
occhi.
Sicuramente c’è qualcosa che non va. La mia opinione
è che ciò che non va, fondamentalmente, in tutta la
storia degli Ogm, è che questi siano stati messi in
commercio, prima fatti coltivare poi immessi nella catena
alimentare senza che fossero fatti controlli da autorità
indipendenti.
Non è accettabile che la ditta produttrice dica ‘il prodotto
è buono’; è ovvio, la ditta produttrice non
immetterà mai sul mercato qualcosa di immediatamente dannoso
alla salute. Sarebbe controproducente, sarebbe da sciocchi. Ma gli
effetti a lungo termine, sulla salute, sull’ambiente, sono stati
valutati?

Il Ministero della Salute non è interessato a
queste ricerche?
Credo che sia interessato a queste
ricerche. Abbiamo provato a contattare alcuni funzionari, ma
attendiamo ancora risposta.

Ma lei.. ora come ora, li mangerebbe, gli
Ogm?
(ride) Temo di mangiarli quotidianamente. E
inconsapevolmente! Sinceramente, vorrei evitarlo.

Che idea s’è fatta, che spiegazione si è
data sul motivo per cui s’è creato un vuoto intorno a lei e
le sono stati tolti i finanziamenti?

Fondamentalmente la paura. E’ paura di toccare dei grossi
interessi. Ormai queste multinazionali hanno un peso enorme, a
livello mondiale. Quindi, la paura è ‘oddio, mi metto contro
questi grossi interessi, mi schiacciano’. In fondo, un po’ quello
che è successo a me… Io non ho subito la sorte dei due
ricercatori inglesi, Pusztai e Ewan, che hanno perduto il loro
posto di lavoro. Probabilmente ora si adotta di più la
tattica del silenzio.

Paola
Magni

Claudio
Vigolo

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