Omeopatia

Omeopatia e scienza, le prove. Intervista a Leonello Milani

Leonello Milani, presidente dell’Accademia internazionale di Medicina Fisiologica di Regolazione che ci spiega la scientificità della medicina omeopatica

Ci risponde Leonello Milani, presidente dell’Accademia Internazionale di Medicina Fisiologica di Regolazione, parlandoci della recente pubblicazione del volume “Evidenze scientifiche dell’efficacia di omeopatia-omotossicologia”, presentato al 23° Congresso di Omeopatia, omotossicologia e medicina biologica di Milano e Roma.

Ci sono evidenze scientifiche dell’efficacia dell’omeopatia?
Sì, gli studi fatti sono circa 2.000, reperiti nei database a livello internazionale; però, per ottenere la sicurezza scientifica, abbiamo superselezionato “solo” 192 lavori. Su questi, 145, circa 3 su 4, dimostrano che il farmaco omeopatico è sempre superiore al placebo. La vecchia storia ripetuta dai detrattori, in buona o meno buona fede, che l’omeopatia corrisponde a un placebo non è solo falsa, ma è anche reperibile su 30 testate scientifiche internazionali non omeopatiche ad alto o molto alto impact-factor. Gli altri 41 lavori riguardano il confronto farmaco omeopatico versus farmaco allopatico corrispondente: quindi, ad esempio, se l’omeopatia propone un antinfiammatorio, lo si è confrontato con il migliore degli antinfiammatori che esiste in commercio. Anche in questo caso c’è una quota altissima di risultati positivi. Possiamo dunque dire non solo che il farmaco omeopatico non è un placebo ed ha un’intrinseca potenzialità terapeutica, ma anche che, nei 41 studi presentati, è uguale o superiore al farmaco allopatico corrispondente di riferimento.

Ogni quanto vengono aggiornati questi studi?
Ogni 2 anni noi aggiorniamo il nostro studio: siamo partiti nel 2002 e questa è la quarta edizione. Sei anni fa i lavori presi in considerazione erano 122, oggi sono 192 e sono in crescita. Seguire nel tempo l’evoluzione degli studi ci permette di capire anche per quali patologie i farmaci omeopatici vengano maggiormente testati.

Quali sono queste patologie?
Al primo posto abbiamo le patologie respiratorie, le sindromi influenzali, in pratica circa l’80% delle patologie pediatriche. Al secondo posto c’è la terapia del dolore, con le patologie osteo-artro-mio-fasciali, cioè le artrosi, le artriti, i problemi muscolari. Al terzo posto troviamo gli studi su ginecologia e ostetricia. Le sperimentazioni su cui si è meno lavorato sono quelle legate alla neurologia. Sottolineo ancora una volta che il numero è stato selezionato e iper filtrato. Ci siamo imposti di pubblicare e presentare al mondo scientifico e ai media solo quelle pubblicazioni che abbiano dimostrato in modo inequivocabile una good clinical practice, cioè una buona pratica clinica e una good experimental practice, ossia una buona pratica sperimentale. Infatti, non è un caso che molte testate non omeopatiche abbiano incluso questi risultati nelle loro pubblicazioni.

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