
Vecchi e nuovi ogm sono sottoposti alle stesse regole, ma ora le cose potrebbero cambiare. Una petizione vuole evitare questo rischio.
Niente immagini fuorvianti e trasparenza sull’utilizzo dei mangimi ogm sull’etichetta: il ddl sulla competitività agroalimentare.
Con l’approvazione del ddl sulla competitività
agroalimentare da parte dell’aula della Camera arriva per la prima
volta anche lo stop alle pratiche commerciali sleali nella
presentazione degli alimenti per quanto riguarda la reale origine
geografica degli ingredienti.
E’ quanto afferma con soddisfazione la Coldiretti nel sottolineare
la novità, introdotta con un emendamento al provvedimento,
che risponde al diritto del cittadino ad una effettiva conoscenza
degli elementi essenziali dei prodotti, in osservanza del codice di
consumo. Il testo prevede che l’origine degli alimenti dovrà
essere prevista obbligatoriamente in etichetta e non potrà
essere omessa anche nella comunicazione commerciale, per non
indurre in errore il consumatore. In pratica, niente più
pubblicità al succo d’arancia con le immagini della Sicilia
se viene utilizzato quello proveniente dal Brasile o, ancora,
niente immagini del Golfo di Napoli sulle mozzarelle se provengono
dalla Germania.ù
Altra novità è l’obbligo di menzionare la provenienza
geografica di tutti gli ingredienti di cui viene indicato in
etichetta il nome o l’immagine, dalle merendine alla fragola ai
biscotti alle mandorle fino alle patatine all’olio di oliva.
Da non sottovalutare, infine, la norma che obbliga a costruire la
tracciabilità in etichetta dell’eventuale impiego di ogm in
qualunque fase della catena alimentare, a partire dai mangimi. “Una
bella conquista – dice Stefano Masini, responsabile ambiente di
Coldiretti – se pensiamo che al momento non ci è consentito
sapere se il latte che beviamo (o la carne che mangiamo) provenga
da mucche che sono state nutrite con ogm”.
Il provvedimento dovrà ora tornare all’esame del Senato,
dove ha già ottenuto una prima approvazione.
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