Tra gli ortaggi di primavera, i ravanelli spiccano per le peculiarità organolettiche e le proprietà sorprendenti. Vediamo perché fanno bene e come proporli a tavola.
Orticoltura biologica: la rotazione delle colture
La rotazione consiste nell’alternare nello stesso pezzo di terreno la coltivazione di ortaggi diversi. Quando ancora erano sconosciuti concimi chimici e diserbanti gli agricoltori osservavano cicli di rotazioni che in alcuni casi si prolungavano fino a dieci anni. In questo modo si evitavano le conseguenze negative della monocoltura (impoverimento del suolo, proliferazione di parassiti, sviluppo
La rotazione consiste nell’alternare nello stesso pezzo di terreno
la coltivazione di ortaggi diversi. Quando ancora erano sconosciuti
concimi chimici e diserbanti gli agricoltori osservavano cicli di
rotazioni che in alcuni casi si prolungavano fino a dieci anni. In
questo modo si evitavano le conseguenze negative della monocoltura
(impoverimento del suolo, proliferazione di parassiti, sviluppo di
malerbe e così via) che rappresentano uno degli aspetti
più negativi dell’agricoltura convenzionale.
La rotazione delle colture viene realizzata sulla base di alcuni
criteri guida. Le piante coltivate vengono alternate secondo
l’appartenenza a famiglie botaniche differenti (per ridurre i
rischi legati alla trasmissione delle malattie crittogamiche e alla
proliferazione di parassiti); secondo le esigenze nutritive
dissimili; secondo lo sviluppo vegetativo diversificato (ortaggi da
radice, da foglia, da frutto o da fiore).
A partire da questi tre criteri di base si sono sviluppati nel
corso del tempo differenti sistemi di rotazione. La più
indicata per i piccoli orti familiari è quella basata sulle
differenti esigenze nutritive dei singoli ortaggi, suddivisi a
questo scopo in tre grandi gruppi: 1) forti consumatori, ovvero le
piante che hanno bisogno di un terreno molto ricco di sostanza
organica ed elementi minerali; 2) medi consumatori, cioè le
piante a cui basta un terreno mediamente ricco di nutrienti; 3)
deboli consumatori, ovvero essenzialmente le leguminose che,
essendo in grado di fissare l’azoto atmosferico, abbisognano di
pochi nutrienti e anzi arricchiscono il terreno di sostanze
organiche e minerali.
Questa classificazione risulta utile nella programmazione delle
rotazioni colturali, che andranno impostate in modo da alternare,
in ogni singola aiuola, piante forti consumatrici, medie
consumatrici ed infine deboli consumatrici.
La rotazione delle colture nell’orto può essere fatta anche
basandosi sullo sviluppo vegetativo degli ortaggi, alternando
cioè tra di loro gli ortaggi da frutto, da foglia, da radice
e da fiore.
Mimmo
Tringale
Direttore del mensile Aam Terra Nuova
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