Paolo Rocco Viscontini: “Tenete d’occhio il fotovoltaico”

Parliamo di fotovoltaico e non solo. Lo facciamo con un ingegnere elettrico, esperto in questo settore fin da tempi non sospetti. Paolo Rocco Viscontini.

Lei
su questi temi
è il “consulente” di
Beppe Grillo…
Be’, ci conosciamo da diversi anni;
è nato un rapporto d’amicizia e fiducia reciproca dal fatto
che io tempo fa avevo eseguito i lavori per il suo impianto
fotovoltaico. Era stato il primo impianto in Italia collegato alla
rete elettrica locale, e all’epoca non era stato tanto facile
riuscire a farlo! Da lì è partito tutto. Beppe ha
dato una grande mano al solare in Italia, da lì in poi ogni
occasione è stata buona per parlarne, e sappiamo quanto lui
sia efficace.

Ma riusciremo ad affrancarci dalla schiavitù del
petrolio?
Bisogna essere realisti. Tra 15 – 20 anni il
sole sarà davvero una fonte in più, nel paniere delle
fonti energetiche a disposizione delle nazioni. Questa fonte
sarà il fotovoltaico. Bisogna iniziare, e stiamo iniziando.
Bisogna dargli fiducia.

Vediamo dove, magari in luoghi impensati, si stanno
sviluppando installazioni fotovoltaiche. Per esempio, dove si trova
Angal?
Angal si trova a nord dell’Uganda. C’è un
ospedale, fondato da un dottore italiano che da 40 anni va in
questa zona sperduta e ha trasformato un piccolo dispensario in un
ospedale che conta ormai cento dipendenti, tutti ugandesi, e
duecento posti letto. A quest’ospedale stiamo dando un pozzo
d’acqua alimentato da un impianto fotovoltaico. Con un costo tutto
sommato non elevato, si risolve un problema, si sostituiscono
vecchi generatori che si rompevano, con problemi col combustibile.
Sono titubante nel parlare di queste cose. La beneficenza…
è bene farla con discrezione. Ma me l’hai chiesto: e in
Enerpoint, società partecipata da circa 25 persone, tutti
hanno condiviso l’idea di dedicare una parte degli utili per
progetti per paesi in via di sviluppo.

In Italia, abbiamo il ‘conto
energia
‘…
E’ un nuovo sistema di
incentivazione, che sostituisce i contributi a fondo perduto con
una tariffa premiante, di circa 45 cent di euro ogni kilowattora
prodotto col proprio impianto, e in più quest’energia
può anche essere utilizzata dall’utenza, dalla casa o dalla
fabbrica, per realizzare un risparmio: perché ogni
kilowattora utilizzato è un kilowattora che non viene preso
dalla rete, che non si paga.

Riassumendo, mettendo pannelli fotovoltaici, per
vent’anni prendiamo soldi dall’energia che produciamo noi stessi.
Questi soldi vengono scalati dalla bolletta, se ne produciamo
tantissima ci vengono proprio dati, e comunque dopo vent’anni ci
rimangono i pannelli sul tetto che continuano a produrre
elettricità.
In realtà per gli impianti
fino a 20 kW la produzione del fotovoltaico deve al massimo
allinearsi al consumo annuale dell’utenza, i kW in più non
verrebbero pagati: perciò bisogna dimensionare l’impianto in
modo che non sia troppo grande, che al massimo azzeri il bilancio
energetico dell’utenza. E’ un incentivo a cui possono accedere
tutti, privati e aziende. E ha avuto successo: a quattro mesi
dall’avvio del programma si prevede che verranno installati grazie
al ‘conto energia’ pannelli per 250 MW di energia, quando in un
anno, in Italia, si installavano 6 o 7 MW…

Può farlo chi ha una casa o un tetto di
proprietà, esposto a sud o senza ombre…
Ma
anche chi è in affitto può farlo, basta che il
proprietario sia d’accordo.

Per una famiglia media, quanto costa, e in quanti anni
si rientra?
Un impianto da 2 kW occupa uno spazio di
circa 16 mq, uno spazio di 4 metri per 4, ha un costo di circa
15.000 euro. Facendo i conti, col ‘conto energia’ si scopre che il
tempo di ritorno si aggira intorno ai 10 anni. Ma dà valore
all’immobile, farà guadagnare non pochi soldi negli anni
successivi, rimarrà sempre a dare energia alla casa anche se
non ci sarà più la tariffa del ‘conto energia’). Ma
attenzione, siamo abituati a parlare di tempo di ritorno. Dobbiamo
cominciare a pensare in termini di tasso interno di rendimento
dell’investimento, perché questo, se lo vediamo dal punto di
vista finanziario, è un investimento che dà un
rendimento che è ben oltre il doppio dei titoli di Stato, si
viaggia intorno all’8%! Di questo non si parla mai abbastanza.

Claudio
Vigolo

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Articoli correlati