A volte ritornano

Parliamo di animali classificati “estinti” che, inaspettatamente, riemergono dall’oblio. Ecco alcuni dei più famosi “Lazzaro” del mondo animale.

Quando una specie animale supera l’ultimo gradino, quello di
“critically endangered”, ovvero a rischio di estinzione, e viene
dichiarata ufficialmente estinta, il mondo è un po’
più vuoto. Una specie forgiata dall’evoluzione e
dall’adattamento non esiste più, se ne conserva il ricordo
solamente nei libri di scienze naturali e grazie a qualche triste
esemplare impagliato esposto in un museo.

 

Ci sono però casi in cui l’ostinata e primordiale
voglia di vivere di alcuni animali supera le classificazioni degli
uomini e ci restituisce un po’ di ottimismo. Ecco alcune specie
dichiarate estinte che, negli ultimi mesi, sono tornate a far
parlare di sé.

 

Il
primo “Lazzaro” è un primate: il rinopiteco di Stryker
(Rhinopithecus strykeri). Questa scimmia, appartenente
alla sottofamiglia dei colobini, vive nelle foreste del Myanmar
settentrionale. In realtà la specie è stata
classificata solo nel 2010, grazie a un esemplare ucciso da un
cacciatore e intercettato dagli studiosi del Fauna & Flora
International. Dopodichè non si hanno più avute
tracce della scimmia e si cominciava a temere per la sua
estinzione, fino a pochi giorni fa quando, grazie alle trappole
fotografiche, sono state scattate le prime foto in natura dello
sfuggente animale. Si pensa che la popolazione conti circa 300
esemplari e le minacce maggiori vengono da caccia e
disboscamento.

 

Potrebbe essere
vivo un rettile creduto estinto da 150 anni, si tratta della
Chelonoidis elephantopus, ovvero una specie di testuggine
gigante delle Galapagos. In una recente spedizione i ricercatori
dell’Università di Yale hanno prelevato sangue da 1.600
esemplari di tartarughe scoprendo che in 84 casi vi è la
firma genetica diretta dell’animale creduto scomparso. In 38 di
essi la testuggine considerata estinta sarebbe il genitore
dell’ibrido. Secondo gli studiosi “è molto probabile che le
tartarughe considerate estinte siano ancora in vita, solo che non
riusciamo ancora a trovarle”. L’ipotesi è corroborata dal
fatto che in alcuni casi l’ibridazione sarebbe avvenuta da appena
15 anni e che questi grandi rettili possono vivere oltre un
secolo.

 

Il
leopardo di Amur (Panthera pardus orientalis), il grosso
felino più raro del pianeta, non è mai stato
dichiarato estinto, ma si pensava che la triste notizia fosse solo
questione di tempo e il suo necrologio già pronto. Infatti
si supponeva che la popolazione contasse appena trenta individui,
pertanto la notizia risalente al luglio scorso ha restituito
ottimismo sulla sorte del predatore. Nelle aspre foreste della
Russia dell’est, infatti, una squadra del Wwf è riuscita a
documentare, grazie alle trappole fotografiche, la presenza di 12
esemplari di leopardo di Amur. L’avvistamento record suggerisce che
la popolazione di leopardi è in crescita e che gli sforzi
per la conservazione stanno dando i risultati sperati.

 

La
rana dipinta di Hula (Discoglossus nigriventer) è
ritornata a gracidare: l’anfibio è stato “riscoperto” in
Israele lo scorso novembre. Ci si è casualmente imbattuto un
guardiaparco mentre effettuava un pattugliamento nella Riserva
naturale di Hula. Questo animale, inserito nella lista dei “Dieci
anfibi più ricercati” dati per scomparsi, aveva iniziato a
sparire nei primi anni Cinquanta, quando Israele ha iniziato a
bonificare laghi e paludi per trarne suolo coltivabile. La rana,
che era stata avvistata per l’ultima volta nel 1955, diviene
così il simbolo della resistenza e della caparbietà
della natura.

 

Ogni animale che ricompare è un piccolo sberleffo
all’uomo e alla sua brama di controllo, e tuttavia ci concede una
seconda chance di salvare una specie e preservarla per le
generazioni future. D’altronde un uomo saggio sosteneva che “la
grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono
giudicare dal modo in cui essa tratta gli animali”.

 

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